È una delle figure più importanti della poesia russa del XX secolo; con Nikolaj Gumilëv, suo primo marito, è tra i protagonisti del movimento poetico dell'acmeismo. Da una iniziale poesia ispirata a motivi autobiografici e sentimentali, legata all'atmosfera prerivoluzionaria, specie del simbolismo, approda a una tematica civile e religiosa di grande respiro, nella quale campeggia il motivo del tragico destino della Russia.
Le sue vicende personali sono tragiche: nel 1921 i bolscevichi fucilano il marito Nikolaj; fra il 1935 e il 1940, durante le repressioni staliniane, le imprigionano il figlio Lev (da qui prende le mosse il poema Requiem). Nel 1946 viene accusata da Zhdanov di "estetismo decadente" ed espulsa, con Zoshchenko, dall'Unione degli scrittori sovietici. Dopo il XX Congresso del 1956, comincia la sua graduale riabilitazione, ma Requiem, composto tra il 1939 e il 1940, deve attendere più di trent'anni, fino al 1987, per essere pubblicato nell'URSS (in Occidente era apparso nel 1963), mentre è tra i primi testi a circolare nel samizdat, alimentando le coscienze dell'incipiente movimento del "dissenso".