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Pavel Aleksandrovic Florenskij (1882 - 1937)

genio multiforme, uomo profondamente spirituale, vittima della repressione staliniana

Filosofo, matematico e teologo, Florenskij è considerato per il suo geniale eclettismo una sorta di “Leonardo da Vinci russo”. Nacque a Yevlax (località nel distretto di Dževanšar, entro i confini dell’attuale Azerbaigian). Il padre, Aleksandr Ivanovič, era un ingegnere che lavorava alla ferrovia transcaucasica; la madre Ol'ga Pavlovna Saparova, era discendente di una nobile e colta famiglia armena. La famiglia si trasferì a Tbilisi, in Georgia, dove Pavel studiò fino al compimento dei 18 anni, per poi raggiungere l'Università di Mosca. Nel corso degli studi aveva dimostrato uguale amore per la matematica, la teologia e la filosofia. Studiò matematica e fisica e di laureò, nel 1904, avendo come maestro N.V. Bugaev (uno dei più eminenti matematici russi dell’epoca, presidente della Società Matematica di Mosca, fondatore dell'aritmetologia come teoria delle funzioni discontinue). Prese a frequentare l’Accademia teologica di Mosca e ad approfondire, con brillanti risultati, lo studio delle lingue antiche e delle scienze bibliche. Pubblicò numerosi scritti di argomento teologico, filosofico, spirituale, ma non trascurò le ricerche matematiche, interessandosi anche alle tematiche epistemologiche. Partecipò attivamente alla vita culturale moscovita pre-rivoluzionaria (circoli simbolisti, società filosofico-religiosa, avanguardie artistiche).

Nel 1906, pronunciò, all’Accademia teologica, il sermone Il grido del sangue contro una condanna a morte, che gli costò i primi tre mesi di reclusione, poi commutati in grazia. Nel 1908, anno della morte del padre, conseguì la Licenza in Teologia. Il 23 settembre fu invitato a ricoprire la cattedra di Storia della Filosofia, dove ottenne grande successo tra gli studenti e i ricercatori per la profondità delle riflessioni filosofiche e scientifiche e per l’originalità didattica. Nel 1910 sposò Anna Michaijlovna Giacintova, dalla quale nel 1911 avrà il primo figlio. Il 24 aprile 1911 viene ordinato sacerdote della Chiesa ortodossa. Indossa l’abito talare che non toglierà più fino alla deportazione. È nominato docente straordinario di filosofia e tiene lezioni di storia delle idee, unitamente ad approfondimenti sul concetto di infinito nelle logica simbolica e matematica.

Dal 1911 al 1917 dirige la prestigiosa rivista Messaggero Teologico” di cui rinnova contenuti e impostazione. Nel 1914 pubblica quello che oggi viene definita "summa del pensiero teologico ortodosso", capolavoro del pensiero filosofico-teologico contemporaneo: La colonna e il fondamento della verità. Saggio di teodicea ortodossa in dodici lettere.
È il pioniere di un nuovo orientamento di pensiero in campo teologico e scientifico, capace di contrastare l’avanzata del pensiero nichilista. Dopo la rivoluzione del 1917, diversamente da molti intellettuali che scelsero l’esilio, teorizzò la necessità di una forte resistenza interna a fianco di chi subisce soprusi e violenze. Tra il 1918 e il 1922 (anno in cui l'amico filosofo, teologo e prete ortodosso Sergej Nikolaevič Bulgakov accettò la scelta dell'esilio parigino) tenne alcuni cicli di conferenze all'Accademia libera di cultura spirituale fondata dal filosofo Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev (uno dei primi dissidenti antibolscevichi, espulso dalla Russia nel 1922, emigrò anche lui in Francia, dove visse fino alla morte: soprannominato "il filosofo della libertà", fu uno dei maggiori esponenti dell'esistenzialismo e dell'anarchismo cristiano). Florenskij divenne docente di "Analisi della spazialità nell’opera d’arte". Ha scritto illuminanti interpretazioni dell’arte e del significato spirituale delle icone, contrapponendo l’arte ortodossa orientale alla pittura paganeggiante occidentale: “La pittura religiosa dell’Occidente, incominciata col Rinascimento, fu una radicale falsità artistica e pur predicando a parole la prossimità e fedeltà alla realtà raffigurata, gli artisti non avevano niente a che fare con quella realtà che pretendevano e ardivano rappresentare; non ritenevano nemmeno opportuno osservare le norme della pittura di icone tradizionale, cioè la conoscenza del mondo spirituale, quale era trasmessa dalla Chiesa cattolica”. Per Florenskij Arte, Bellezza e Fede religiosa sono una cosa unica: “Fra tutte le dimostrazioni filosofiche dell’esistenza di Dio suona la più persuasiva quella cui non è fatta menzione nei manuali e si può formulare con il sillogismo: Esiste la Trinità di Rublëv, perché Dio è”.

Potette continuare a pensare e pregare abbastanza indisturbato per qualche anno, dopo la Rivoluzione, anche perché, contemporaneamente, e in modo assolutamente originale, lavorava in settori che interessavano al potere sovietico: condusse ricerche tecnico-scientifica nel settore della fisica, curando molte voci dell’ Enciclopedia Tecnica e collaborando con l’Istituto Elettrotecnico di Stato. Ma, nel 1924, venne imprigionato con l’accusa di "oscurantismo" e incluso nel novero dei soggetti socialmente pericolosi. Condannato al confino ma la sentenza viene poi annullata. Rifiutò la proposta di esilio a Parigi scegliendo di condividere le sorti dei compagni e amici vittime della stessa violenza. Ebbe ancora la possibilità di lavorare e di scrivere per qualche anno, pur circondato da una crescente e palpabile ostilità: i presenta alle riunioni scientifiche in abito talare, suscitando scandalo e stupore per come fosse possibile che un “pope oscurantista” fosse tanto competente nelle materie scientifiche.

l 26 febbraio 1933 Florenskij venne nuovamente arrestato e condannato a dieci anni di Gulag e più tardi trasferito in un campo di prigionia presso le isole Solovki, nel Mar Bianco dove, al posto di un antico monastero, era stato eretto il primo campo di detenzione e "rieducazione" comunista. Nonostante il freddo e i disagi, continuò a portare avanti le ricerche di sempre, come quelle sul gelo perpetuo o sull'estrazione dello iodio. Realizzò alcune scoperte scientifiche, come quella di un liquido anticongelante. Due o tre volte al mese, secondo i permessi, scrisse lettere appassionate e struggenti ai famigliari, alla moglie, alla madre e ai figli. Nell’estate del 1934 ricevette la visita della moglie e dei tre figli più piccoli. Sarà l’ultimo congedo dalla famiglia.

L’8 dicembre del 1937 venne fucilato, assieme ad altri 500 detenuti, nei boschi intorno a Leningrado. Come ha scritto in una lettera: “Nulla si perde completamente, nulla svanisce, ma si custodisce in qualche tempo e in qualche luogo, anche se noi cessiamo di percepirlo".

Libri:

- "Non dimenticatemi". Dal Gulag staliniano le lettere alla moglie e ai figli del grande matematico, filosofo e sacerdote russo, a cura di Natalino Valentini e Lubomir Žák, traduzione di Giovanni Guaita e Leonid Charitonov, Mondadori, Milano 2000;
Ai miei figli. Memorie di giorni passati, a cura di Natalino Valentini e Lubomir Žák, traduzione di Claudia Zonghetti, Mondadori, Milano 2003;
La colonna e il fondamento della Verità. Saggio di teodicea ortodossa in dodici lettere, a cura di Natalino Valentini, traduzione di Pietro Modesto riveduta, integrata e corretta da Rossella Zugan e Natalino Valentini, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2010;
Le porte regali. Saggio sull'icona, a cura di Elémire Zolla, Adelphi, Milano 1977;
Attualità della parola. La lingua tra scienza e mito, traduzione di Maria Chiara Pesenti ed Elena Treu, Guerini e associati, Milano, 1989
Lo spazio e il tempo nell'arte, a cura di Nicoletta Misler, Adelphi, Milano 1995;
Il significato dell'idealismo, a cura di Natalino Valentini, traduzione di Rossella Zugan Rusconi, Milano 1999;
Il valore magico della parola, a cura di Graziano Lingua, Medusa, Milano 2001;
La mistica e l'anima russa, a cura di Natalino Valentini e Lubomir Žák, traduzione di Claudia Zonghetti, San Paolo, Cinisello Balsamo 2006;
Il simbolo e la forma: scritti di filosofia della scienza, a cura di Natalino Valentini e Alexandre Gorelov, traduzione di Claudia Zonghetti, Bollati Boringhieri, Torino, 2007;
Stratificazioni: scritti sull'arte e la tecnica, a cura di Nicoletta Misler, traduzione di Valentina Parisi, Diabasis, Reggio Emilia, 2008;
La concezione cristiana del mondo, a cura di Antonio Maccioni, Pendragon, Bologna, 2011
Stupore e dialettica, a cura di Natalino Valentini ; traduzione di Claudia Zonghetti, Quodlibet, Macerata, 2011;
Realtà e mistero : le radici universali dell'idealismo e la filosofia del nome, a cura di Natalino Valentini ; traduzione di Claudia Zonghetti, SE, Milano, 2013;
L'infinito nella conoscenza, a cura di Michele Di Salvo, Mimesis, Milano-Udine, 2014;
Sulla superstizione e il miracolo, a cura di Natalino Valentini ; traduzione di Claudia Zonghetti, SE, Milano, 2014;
L'arte di educare, a cura di Natalino Valentini, La scuola, Brescia, 2015;
Antonio del romanzo e Antonio della tradizione, a cura di Natalino Valentini; traduzione di Claudia Zonghetti, Edizioni degli animali, Roma, 2018.
La prospettiva rovesciata, a cura di Adriano Dell’Asta, Adelphi, Milano 2021.

Su Florenskij:
Avril Pyman, Pavel Florenskij. La prima biografia di un grande genio cristiano del XX secolo, Lindau, Torino 2019.

Giardini che onorano Pavel Aleksandrovic Florenskij

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