Migrazioni
- Figure esemplari segnalate da Gariwo
-
- Costantino Baratta il pescatore di Lampedusa che ha salvato i migranti il 3 ottobre 2013
- Christoforos Schuff il frate "pescatore di uomini"
- Daniela Pompei responsabile della Comunità di Sant'Egidio per i servizi ai migranti
- Efi Latsoudi coordinatrice del Pikpa Solidarity Camp e premio Nansen per l'assistenza fornita ai migranti dell'Isola di Lesbo.
- Emilia Kamvisi la "nonna di Lesbo"
- Eric Kempson l'artista inglese soccorrittore delle "anime perse" di Lesbo.
- Alganesh Fessaha una donna in soccorso dei migranti in Africa e a Lampedusa
- Guardia Costiera uomini e donne che rischiano la vita per soccorrere chi fugge da fame e violenze
- Melinda McRostie proprietaria del The Captain's Table: il ristorante di Lesbo che aiuta i rifugiati
- Maria Quinto organizzatrice di corridoi umanitari e servizi ai migranti della Comunità di Sant'Egidio
- Stratos Valiamos il "pescatore di uomini" dell'isola di Lesbo
- Vito Fiorino soccorritore dei naufraghi a Lampedusa
- Daphne Vloumidi l'albergatrice di Lesbo che ha soccorso i migranti
Soccorso e accoglienza ai migranti
la "banalità del bene" di fronte alla sfida delle migrazioni
Dal passato ci giunge un monito terribile: le popolazioni, le minoranze, le etnie ritenute scomode o pericolose per il proprio egoistico benessere, sono state prima emarginate, poi perseguitate e infine sterminate. Quando all’orizzonte dell’Europa è apparso il nazionalsocialismo, nessuno ha aperto le porte per accogliere e proteggere gli ebrei. Ben prima del concretizzarsi della soluzione finale sarebbe stato facile, in tempo di pace, fornire ai profughi in fuga dall’antisemitismo una sponda benevola su cui contare, un approdo di salvezza che garantisse una vita dignitosa. Invece è successo il contrario. In tutto il mondo si sono chiuse le porte all’ebreo errante, portatore di chissà quali pericoli per la nazione e la popolazione locale. L’indifferenza e la mancanza di empatia hanno portato a negare ogni forma di soccorso, anche solo di aiuto caritatevole. Di più, l’ostilità del mondo circostante verso gli ebrei ha accresciuto la convinzione del Führer di poter agire indisturbato, spingendolo ad azzardare l’obiettivo estremo dello sterminio.
Senza l’indifferenza del mondo, la storia della Germania e dei suoi ebrei non sarebbe stata la stessa.
Per questo è necessario ricordare chi si spende in prima persona per salvare i migranti, chi ha posto il dialogo alla base della propria azione in difesa della libertà di pensiero e di parola, contro ogni forma di estremismo religioso o politico e chi si occupa di accoglienza. Questi Giusti del nostro tempo si sono fatti carico del destino dell’altro, di chi è nato dal lato opposto del mare, pensando prima di tutto a seguire la loro coscienza.