Stratos Valiamos, originario dell’entroterra montuoso di Lesbo, a vent’anni ha scelto il mestiere di pescatore e si è trasferito a Skala Sikamineas, dove il suo mare lo ha portato ad essere uno dei principali testimoni attivi della tragedia umana di Lesbo (l’isola della Grecia dove tra il 2015 ed il 2016 si è verificato un vero e proprio esodo di profughi provenienti dalle coste turche).
Con la sua presenza in mare aperto è riuscito a salvare, issandoli con le proprie mani sul peschereccio e lanciando l’allarme alla Guardia Costiera, un numero inimmaginabile di persone, che a lui devono la vita, anche se il suo intervento non risulta da nessun registro ufficiale.
La loro angoscia e disperazione, raccontata da Stratos, lo hanno colpito profondamente, specie nelle situazioni in cui non ha potuto fare nulla; ma la rabbia nel vedere il destino crudele di quegli innocenti non lo ha allontanato dal mare, anzi lo ha spinto a salvare, ogni giorno, quante più persone potesse.
“Nessuno lascia la propria casa se lì ha una vita degna di essere vissuta”: questa verità, dice Stratos, è spesso quello che le persone non riescono a capire, fino a che non lo vedono con i propri occhi.
Insieme ad Emilia Kamvisi, il pescatore è stato candidato al premio Nobel per la pace nel 2016, in rappresentanza di tutti gli abitanti di Lesbo impegnati nel soccorso e nell’accoglienza dei profughi.
Segnalato da Gariwo per il Monte Stella - cerimonia 2018