Nato a Sirač, in Croazia, si è laureato presso la Facoltà di Economia di Osijek e nel 1981 è diventato agente di polizia. Dal 31 luglio 1990 al 1 luglio 1991 è stato capo della stazione di polizia di Osijek.
Attivo oppositore della guerra in Croazia, rifiutò di fare influenzare il funzionamento del suo comando di polizia dalla politica e dall’ideologia e difese tutti i cittadini jugoslavi indipendentemente dalla loro etnia.
Kir riuscì a conquistare la fiducia dei cittadini, convincendoli con successo a non subire in silenzio le continue vessazioni e a rimuovere le barricate che avevano costruito nelle strade dei villaggi.
Con grande coraggio, durante le conferenza stampa combatté le strumentalizzazioni dei media, impegnandosi per ottenere rettifiche dove la verità era stata distorta da alcuni giornalisti.
Nel giugno 1991, davanti all’assemblea municipale di Osijek, nella piena consapevolezza di rischiare la vita per questo suo impegno, dichiarò: “Finché sarò a capo della stazione di polizia di Osijek - Baranja, qui non ci sarà alcuna guerra tra serbi e croati”.
Consapevole che questo avrebbe potuto portarlo alla morte - cosa di cui informò l’allora Ministro degli Interni - si recò ai negoziati di Tenja il 1° luglio 1991. Non fece mai ritorno dall’incontro, poiché quel giorno venne ucciso in un assassinio politico organizzato da quanti sapevano che fino a quando Josip Reihl Kir fosse stato in vita, non ci sarebbe stata alcuna guerra in Croazia.
Per il suo coraggio, nel 2011 Josip Reihl Kir ha ricevuto il Premio Duško Kondor per il coraggio civile.
La biografia è tratta dall’archivio del Premio Dusko Kondor per il Coraggio Civile. Ringraziamo Svetlana Broz per il materiale fornito alla redazione