Nato nel 1948 a Đakovica (Kosovo), ha lavorato come ispettore investigativo a Herceg Novi, in Montenegro.
Allo scoppio della guerra, nel 1991, disobbedisce ai superiori che volevano mobilitarlo e mandarlo in prima linea in Croazia. Nella primavera del 1992, contravviene all'ordine delle autorità di arrestare tutti i rifugiati musulmani provenienti dalla Bosnia-Erzegovina e di consegnarli alle forze di Radovan Karadzic. In questa occasione, salva la vita di almeno due musulmani, aiutandoli a fuggire dalla stazione di polizia di Herceg Novi.
A causa della sua continua opposizione agli ordini delle autorità, dopo essere sopravvissuto a un tentativo di omicidio, Slobodan Pejovic viene improvvisamente allontanato dalle forze dell’ordine, nel 1993. Questo non gli impedisce di continuare a dimostrare il suo coraggio civile dopo la fine della guerra in Bosnia-Erzegovina, testimoniando la verità sul destino dei musulmani arrestati in Montenegro e poi assassinati dopo essere stati consegnati alle forze di Karadzic.
Per le sue azioni è stato considerato un “traditore” dall’ambiente in cui ha vissuto e lavorato per anni, e la sua famiglia è stata oggetto di disprezzo pubblico.
Pejovic è inoltre stato il principale testimone dell'accusa nel caso avviato dal Procuratore di Stato del Montenegro contro i funzionari di grado più alto del Ministero degli affari interni del Paese, incriminati per aver ordinato l'arresto e la consegna dei musulmani alle forze di Karadzic nel 1992. Questa testimonianza, così come le sue frequenti apparizioni pubbliche in cui ha sempre parlato in modo chiaro, inequivocabile e convincente dei crimini che ha osservato in guerra, lo hanno esposto ad aggressioni fisiche, attacchi alla sua auto, minacce di morte e privazione dei documenti di identificazione - e quindi del diritto alla libera circolazione. Nessuna di queste violazioni è stata perseguita dalla polizia.
Per queste azioni, nel 2010 a Slobodan Pejovic è stato assegnato il Dusko Kondor Civil Courage Award. Sposato, padre di tre figlie, oggi vive ancora a Herceg Novi.
La biografia è tratta dall’archivio del Premio Dusko Kondor per il Coraggio Civile. Ringraziamo Svetlana Broz per il materiale fornito alla redazione