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Angelo Giuseppe Roncalli (1881 - 1963)

artefice del dialogo interreligioso

Angelo Giuseppe Roncalli nasce da una famiglia di umili origini a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, il 25 novembre 1881, primo figlio maschio di Marianna Mazzola e Giovanni Battista Roncalli. Viene battezzato lo stesso giorno dal parroco don Francesco Rebuzzini. Padrino è il prozio Zaverio Roncalli, uomo devoto e istruito, da cui il piccolo Angelo riceve la prima formazione cristiana.

Nel novembre 1892, grazie al sostegno di don Rebuzzini, viene ammesso al seminario di Bergamo, dove inizia la preparazione al sacerdozio ricevendo l’abito clericale a soli quattordici anni. A gennaio del 1900 fa il suo ingresso al seminario romano dell'Apollinare. Il 13 luglio 1904 consegue il dottorato in teologia e il 10 agosto 1904 è ordinato sacerdote nella chiesa di S. Maria di Monte Santo. Inizia gli studi di diritto canonico, ma li interrompe quando il nuovo Vescovo di Bergamo Mons. Giacomo Radini Tedeschi lo sceglie come suo segretario. Ciò non gli impedisce di insegnare in seminario, proseguire lo studio della storia e dirigere il periodico La vita diocesana. Con la morte di Radini nel 1914 termina l’esperienza che Roncalli riterrà sempre punto di riferimento fondamentale per la sua formazione.

Nei tre anni successivi allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1915, si prodiga come cappellano col grado di sergente nell'assistenza ai feriti ricoverati negli ospedali militari di Bergamo. Nel luglio del 1918 accetta di prestare servizio ai soldati affetti da tubercolosi, consapevole di rischiare la vita per il pericolo di contagio.

Nel dicembre 1920, Papa Benedetto XV lo invita a presiedere l'opera di Propagazione della Fede in Italia. Roncalli ha da poco avviato a Bergamo l'esperienza della Casa degli studenti, un'istituzione a metà tra il pensionato e il collegio. Dopo forti titubanze, accetta l’incarico che si presenta molto delicato per i rapporti con le organizzazioni missionarie già esistenti. Con slancio e grande senso di responsabilità, assume l’incarico e riesce nell’intento di allontanarlo dalle logiche strettamente burocratiche che caratterizzano invece molti uffici della curia. Intraprende un viaggio che lo porta dapprima all'estero e poi nelle diverse diocesi italiane per la raccolta di fondi e l'illustrazione delle finalità dell'opera da lui presieduta.

Nel 1925, con la nomina a Visitatore Apostolico in Bulgaria, inizia il periodo diplomatico a servizio della Santa Sede, che si prolunga fino al 1952, e con esso la riflessione sul problema dell’unità delle Chiese. È proprio durante l’esperienza bulgara che si forma in Roncalli una visione meno centralizzata e più articolata della Chiesa, basata sul riconoscimento dell’importanza delle realtà locali. Dopo l'ordinazione episcopale nel marzo 1925, parte per Sofia con il compito di provvedere ai bisogni della comunità cattolica in un paese di religione ortodossa. L'incarico di pochi mesi si trasforma in una permanenza decennale durante la quale avvia i primi contatti con la Chiesa Ortodossa, getta le basi per la costruzione di una Delegazione Apostolica e instaura relazioni amichevoli con il Governo e la Casa Reale bulgara, nonostante l'incidente del matrimonio ortodosso di re Boris con la principessa Giovanna di Savoia.

Il 27 novembre 1934 è nominato Delegato Apostolico in Turchia e Grecia. Giunge a Istanbul nel pieno del processo di laicizzazione messo in atto dal governo di Mustafa Kemal Ataturk, alla vigilia del secondo conflitto mondiale. Grazie al suo tatto e alla sua abilità, Roncalli, che celebra messa in turco, riesce a organizzare alcuni incontri ufficiali con il Patriarca di Costantinopoli, i primi dopo secoli di separazione con la Chiesa Cattolica. Gli anni in Turchia sono improntanti alla carità e segnati dalla visione ecumenica di Roncalli che in ogni modo si adopera per aiutare i bisognosi. Intraprende viaggi frequenti in Grecia e nel 1941, con l’aggravarsi della carestia che strazia il Paese, chiede al Vaticano di intercedere presso gli inglesi affinché consentano alle navi cariche di grano di raggiungere la penisola.

L’impegno a favore dei profughi ebrei costituisce un capitolo fondamentale della permanenza nel Paese della Mezzaluna. I diari del delegato e i documenti vaticani riferiscono di contatti costanti con i rabbini e la Jewis Agency per aiutare migliaia di profughi ebrei a sfuggire alla persecuzione nazista attraverso il corridoio neutrale della Turchia. Sono molte le azioni di soccorso messe in atto da Roncalli. Procura per via diplomatica i “certificati di immigrazione”, preziosi lasciapassare per la Palestina. Grazie al suo intervento, una nave carica di bambini ebrei proveniente da Costanza ottiene l’autorizzazione ad attraversare lo stretto dei Dardanelli e raggiungere un porto sicuro. Nel1943 scrive a re Boris di Bulgaria pregandolo di disobbedire a Hitler impedendo la deportazione di migliaia di ebrei nel suo Paese.

Inaspettatamente, per decisione di Pio XII, è promosso alla Nunziatura di Parigi, dove arriva il 30 dicembre 1944, mentre il governo provvisorio chiede la destituzione di trenta Vescovi accusati di collaborazionismo con il governo di Vichy. Roncalli riesce a limitare il numero dei Vescovi destituiti e guadagnarsi la stima dell'ambiente diplomatico e politico parigino. Svolge numerose visite nelle diocesi della Francia, Algeria compresa.

Nel 1953 accetta la proposta di trasferimento alla sede di Venezia, dove giunge a marzo fresco della nomina cardinalizia decisa nell'ultimo Concistoro di Pio XII. Adempie con grande scrupolo ai suoi doveri di Vescovo e intraprende iniziative pastorali nuove, come il progetto di riavvicinare i fedeli alla Sacra Scrittura.

Il 28 ottobre 1958, il settantasettenne Cardinale Roncalli succede a Pio XII con il nome di Giovanni XXIII, in quello che nelle intenzioni di molti doveva essere un pontificato di “transizione”. Ma emerge subito la forte personalità umana e sacerdotale di Papa Roncalli, che si preoccupa di conferire un'impronta pastorale al suo ministero, anche moltiplicando i contatti con i fedeli tramite le visite alle parrocchie, agli ospedali e alle carceri.

Il 25 aprile del 1959 nella basilica di S. Paolo viene annunciato il Concilio Vaticano II. Nato da una decisione personale del Papa, rappresenta il più grande tentativo di modernizzare la Chiesa e avvicinarla alla società. In apertura del Concilio, Giovanni XXIII sottolinea la necessità di “guardare al presente, alle nuove condizioni e forme di vita introdotte nel mondo moderno, le quali hanno aperto nuove strade all’apostolato cattolico”. Con i lavori dell’assise, inizia il periodo di “solitudine istituzionale” che vede Roncalli lontano dalle posizioni più conservatrici e intransigenti della maggior parte della Curia. I lavori conciliari si concludono tuttavia con importanti cambiamenti non solo nella  liturgia ma anche nella “cultura” della Chiesa che, per la prima volta, riconosce l’esistenza di principi di verità nelle altre confessioni religiose.

Nella primavera del 1963 è insignito del Premio "Balzan" per il suo impegno a favore della pace, tema fondamentale e punto di forza del suo papato, come testimoniano bene le Encicliche Mater et Magistra (1961) e Pacem in terris (1963) e il suo decisivo intervento in occasione della grave crisi di Cuba nell'autunno del 1962.  

Nello stesso periodo, le condizioni di salute del Papa, da tempo gravemente malato, declinano rapidamente. Il 23 maggio, giorno dell’Ascensione, Giovanni XXIII si affaccia su piazza San Pietro e impartisce per l’ultima volta la benedizione. Il mondo accoglie con profondo dolore e grande partecipazione la notizia della sua scomparsa la sera del 3 giugno 1963.

Giovanni XXIII è stato dichiarato beato da Papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000. Il 5 luglio 2013 Papa Francesco ha firmato il decreto per la canonizzazione di Giovanni XXIII che avverrà il 27 aprile 2014, contestualmente a quella di Giovanni Paolo II.

Dal 6 marzo 2014 ad Angelo Giuseppe Roncalli sono dedicati un albero e un cippo al Giardino dei Giusti di tutto il Mondo di Milano.

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