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Kiichiro Higuchi (1888 - 1970)

l'ufficiale giapponese che salvò 2000 ebrei

Kiichiro Higuchi

Kiichiro Higuchi

Nel 1938 molti ebrei in fuga dal nazismo venivano trattenuti a Otpol, al confine sovietico con la Manciuria, con temperature al di sotto dei -20°. L’ufficio immigrazione del Ministero degli Esteri della regione giapponese non voleva fornire loro i passaporti per passare il confine, per paura della reazione della Germania alleata. Il Maggior generale Kiichiro Higuchi era il capo del ramo speciale di Harbin (capoluogo della provincia più a nord della Cina, in Manciuria) occupato dai giapponesi, e salvò circa 2000 ebrei dalla morte per assideramento, cibandoli e consegnando loro i visti d’uscita. “Il Giappone non è un vassallo della Germania nazista. Davvero pensate che sia giusto portare avanti il vessillo di Hitler e schiacciare queste persone indesiderate?”, disse con fermezza all’allora capo del gruppo dell’esercito giapponese Kwantung, Hideki Tōjō, il quale poi acconsentì alla sua visione.

Kiichiro Higuchi nacque a Minamiawaji, sull’isola di Awaji, il 20 agosto 1888. Durante il suo periodo di formazione alla Army Officer School, studiò il russo alla Tokyo Foreign Language School. Proprio per la sua fluidità nella lingua russa, subito dopo la laurea venne mandato a Vladivostok. Lì risiedette a casa di un ricco signore ebreo. In seguito, come ufficiale militare, venne mandato in Polonia, a Varsavia. Cercò di cogliere più informazioni possibili su quello che stava accadendo nel Paese e riuscì a stringere buoni rapporti con gli ufficiali russi, che gli permisero di visitare la Crimea.

Higuchi acquisì un ruolo importante nell’esercito imperiale giapponese e, quando a fine anni ’30 la fuga della popolazione ebraica dalla persecuzione si fece sempre più necessaria, ebbe contatti con Abraham Kaufman, medico russo esponente della comunità sionista di Harbin, che contribuì a proteggere le decine di migliaia di ebrei alla ricerca di un rifugio sicuro in quella parte dell’Asia orientale. Il 26 dicembre 1937 si tenne infatti proprio ad Harbin la prima delle tre Conferenze sioniste delle comunità ebraiche dell'Estremo Oriente, alla quale Kaufman invitò il generale Higuchi ad intervenire. Il discorso pronunciato dall’ufficiale giapponese condannava con forza il crimine che si stava compiendo verso gli ebrei: “Voi non siete inferiori a nessun altro gruppo etnico", disse, "né in ambito scientifico, né nell’industria, né in altro. Essere testimone di questo è un mio dovere di essere umano, e come tale sono profondamente dispiaciuto per quello che sta avvenendo, si tratta di un’emergenza umanitaria. Espellere qualcuno senza designare per lui una destinazione è un trattamento alla stregua dell’omicidio di massa perpetrato con le armi”. A discorso finito, più di mille ospiti ebrei applaudirono.

La notizia che un esponente così in vista dell’esercito giapponese avesse pronunciato parole simili contro la Germania non ci mise molto a diffondersi. Ribbentrop diede istruzioni per una presa di posizione senza mezzi termini, che raggiunse immediatamente il Ministero degli Affari Esteri nipponico. Gli ebrei di Harbin, colpiti da questo atto di repressione, iniziarono a chiedere aiuto al generale Higuchi. Fu uno scandalo per il governo giapponese ma questo non fermò Kiichiro: sapeva che migliaia di persone stavano per morire e questo era più importante della salvaguardia della sua posizione. Si fidò del suo giudizio piuttosto che delle critiche che gli piombarono addosso e decise che li avrebbe salvati. Non agì da solo. Ebbe il sostegno di molti giovani ufficiali e del suo luogotenente, Norihiro Yasue, probabilmente convinto che il potere economico e politico ebraico potesse essere sfruttato dal Giappone. Kiichiro richiese quindi l’organizzazione di un treno speciale per permettere agli ebrei bloccati al confine di fuggirei in Cina: “the Higuchi Route”, facendo avere la documentazione necessaria all’operazione. 

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