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Otto Weidt (1883 - 1947)

l'imprenditore che ha salvato i suoi lavoratori nella sua fabbrica di spazzole

Otto Weidt, Giusto tra le Nazioni dal 1971, nacque nel 1883. Durante e dopo la prima guerra mondiale, da cui fu esonerato per motivi di salute, fu un convinto pacifista. Lui stesso affetto da una malattia della vista, dovette lasciare il lavoro di tappezziere e creò una ditta con lavoratori non vedenti che produceva spazzole e scope per l'esercito. I suoi dipendenti erano quasi tutti ebrei non vedenti, non udenti o muti che gli venivano affidati da un istituto di cura ebraico situato vicino a Berlino. Quando iniziarono le deportazioni, l'imprenditore, senza alcuna paura, litigò con gli ufficiali della Gestapo per salvare ogni singolo lavoratore ebreo.

A tal fine ricorse alla corruzione e sostenne con forza che la produzione della sua ditta era essenziale per il fabbisogno dell'esercito. Andò personalmente al campo di raccolta di Grosse Hamburger Strasse, dove gli ebrei berlinesi erano ammassati prima della deportazione, e ottenne il rilascio dei suoi dipendenti ciechi.

Oltre a questi disabili Otto Weidt impiegava anche alcuni lavoratori sani, senza arruolarli attraverso l'ufficio per l'impiego degli ebrei come prevedevano le leggi naziste, pensate per gestire il lavoro forzato.

Weidt però, attraverso un misto di corruzione e sotterfugi, riuscì a vincere le obiezioni del direttore di questo ufficio. Inge Deutschkron, oggi novantaquattrenne, è una delle lavoratrici ebree sane salvate da Weidt. Quando viveva in clandestinità con la madre per sfuggire alla deportazione, l'imprenditore ottenne per lei un permesso di lavoro per ariani che aveva acquisito da una prostituta, la quale non sapeva che cosa farne per se stessa. La Deutschkron è autrice del libro They remained in the shadow, un monumento letterario al suo salvatore.

Purtroppo questo documento rimase valido solo per tre mesi, fino a quando la prostituta fu arrestata. Una delle mosse più rocambolesche di Weidt fu il salvataggio di Alice Licht, che nel 1943 fu scoperta mentre si nascondeva con i genitori dentro un capannone secondario della fabbrica e deportata prima a Terezìn e poi ad Auschwitz e quindi a Christianstadt (un sottocampo di Gross Rosen).

Otto Weidt andò fino in Polonia a cercarla nei campi. Licht ha dichiarato a Yad Vashem che Weidt aveva messo a punto dei piani per farla fuggire, che tuttavia non andarono in porto. Quando gli ebrei rinchiusi a Christianstadt furono condotti in una marcia della morte, Alice riuscì a fuggire e a tornare a Berlino. A quel punto i suoi genitori erano morti e l'appartamento di Weidt era stato distrutto da un bombardamento, ma lui la nascose come poté fino alla fine del conflitto. 

Weidt dopo la guerra fondò un orfanatrofio per coloro che avevano perso i genitori nei campi di concentramento. Morì nel 1947.

Giardini che onorano Otto Weidt

Otto Weidt è onorato nei Giardini di Nichelino e Yad Vashem.

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