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Dolkun Isa (1967)

attivista politico uiguro in esilio, presidente del World Uyghur Congress

Dolkun Isa - uiguro premio per i Diritti Umani della Victims of Communism Memorial Foundation nel 2016 - nasce il 2 settembre 1967 a Aksu, città dello Xinjiang, regione autonoma del nord-ovest della Cina dove vive la minoranza turcofona musulmana degli Uiguri. 

Leader studentesco delle manifestazioni pro-democrazia presso l'Università dello Xinjiang - dove frequenta la facoltà di Fisica - negli anni Ottanta, fonda all'università l'Unione della Scienza e della Cultura degli studenti nel 1987 e lavora a programmi per eliminare l'analfabetismo. Nel 1989 viene però espulso dall'università a causa della sua determinazione nella battaglia per i diritti delle minoranze. Riesce a completare comunque gli studi in autonomia, conseguendo anche, successivamente, un master in politica e sociologia presso l'Università Gazi in Turchia e una laurea in informatica a Monaco, in Germania. 

Sin da giovane si batte per i diritti del suo popolo, quello uiguro, vittima di detenzione in campi di rieducazione, repressione e lavoro forzato, volti a snaturare la sua identità religiosa e culturale, con il pretesto della lotta al terrorismo e alla violenza estremista. Tra il 1988 e il 1990, Dolkun Isa si reca in varie città della Cina, in particolare dello Xinjiang, per raccogliere informazioni sulla politica nei confronti degli Uiguri del governo cinese. Dal 1990 al 1994 studia l'inglese e il turco all'Università di lingue straniere di Pechino e, durante questo periodo, si impegna nella distribuzione di importanti libri di storia uigura alla stessa comunità.

L'attivista e la sua famiglia subiscono la repressione del governo di Pechino nei confronti degli Uiguri. Arresti, minacce e intimidazioni caratterizzano la vita di Dolkun Isa, che è costretto a lasciare la Cina nel 1994 a causa delle ripetute minacce di detenzione da parte del Partito Comunista Cinese. A quel punto, fugge in Turchia, dove studia presso l'Università Gazi di Ankara. In seguito, si sposta in Europa dove chiede asilo. Nel 2006 diventa cittadino tedesco.

In esilio in Germania da ormai oltre vent’anni, Dolkun Isa non ha mai smesso di lottare per denunciare le ingiustizie e le violenze subite dal suo popolo. Ha usato tutte le sue forze e capacità per fare luce sul tema degli uiguri a livello internazionale e rendere nota la repressione in atto. Nel novembre 1996, svolge infatti un ruolo importante nell'istituzione del World Uyghur Youth Congress (Congresso mondiale della gioventù uigura) in Germania e ne ricopre il ruolo di presidente. Nell'aprile 2004, partecipa alla fondazione, avvenuta in Germania, del World Uyghur Congress (Congresso mondiale degli Uiguri) - di cui è l'attuale presidente - e viene eletto Segretario generale. Si tratta di un'organizzazione internazionale, dichiarata organizzazione terroristica dal governo cinese, formata da Uiguri in esilio il cui obiettivo è quello di "rappresentare l'interesse collettivo del popolo uiguro" sia all'interno che all'esterno della regione autonoma uigura dello Xinjiang e della Repubblica popolare cinese.
Da allora, Dolkun Isa presenta le questioni relative ai diritti degli Uiguri al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, al Parlamento europeo, ai governi europei e alle organizzazioni internazionali per i diritti umani.

Per la sua determinazione, le autorità cinesi già negli anni Novanta hanno inserito il nome di Dolkun Isa nella "black list" dell’Interpol. L'attivista è stato ripetutamente vittima di diversi arresti arbitrari e di ostruzionismo. Nel 2009 gli viene per esempio negato l'ingresso nella Repubblica di Corea e viene lì detenuto per quattro giorni nel settembre dello stesso anno - rischiando l'estradizione in Cina - mentre si preparava a partecipare al Forum mondiale per la democratizzazione in Asia. Dopo la condanna della detenzione da parte dell'Organizzazione delle Nazioni e dei Popoli non Rappresentati (UNPO), viene rilasciato, ma senza essere comunque ammesso nel Paese. Ancora, il 26 aprile 2017, viene costretto a lasciare la sede delle Nazioni Unite, in cui avrebbe dovuto partecipare al Forum delle Nazioni Unite sulle questioni indigene. Nonostante gli sforzi dell'UNPO e della Society for Threatened Peoples, non è stato in grado di rientrare nell'edificio.

Dolkun Isa, vittima di continue intimidazioni, ha difeso i diritti del popolo uiguro anche sollevando la questione alle Nazioni Unite, nelle istituzioni dell'Unione europea e nei singoli Stati. Nel 2017 è eletto anche vicepresidente dell'Organizzazione delle nazioni e dei popoli non rappresentati (UNPO), di cui fa parte il Congresso mondiale degli Uiguri. In questa veste, lavora con altri popoli emarginati o non rappresentati per lottare collettivamente per la democrazia, la libertà e il rispetto dei diritti umani fondamentali. Nello stesso anno, la madre muore in uno dei campi di detenzione e rieducazione dove ora anche il fratello vi si trova imprigionato. Del padre si sa solo che è morto nel 2019.

Se oggi si è iniziato a parlare in tutto il mondo della questione uigura, è certamente anche grazie al lavoro di Dolkun Isa.

“La libertà non è libera, serve pagare un prezzo per averla e io e la mia famiglia lo stiamo pagando”, ha dichiarato Isa in un'intervista rilasciata a Lifegate. Gli Uiguri hanno una storia importante lungo la vecchia Via della Seta e hanno contribuito in modo decisivo al patrimonio culturale mondiale, battendosi sempre per proteggere i loro simboli e la loro identità. Oggi tutto questo rischia di scomparire, ecco perché il mondo deve alzare la voce e chiedere alla Cina di dare risposte sulla sua politica nella regione e di cessare il genocidio degli Uiguri. La comunità internazionale non può restare in silenzio, occorre prendere iniziative, bisogna salvare la nostra cultura.

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