Gorka Landaburu Illarramendi è un giornalista spagnolo nato a Parigi nel 1951. Il padre Francisco Javier de Landaburu Fernandez, leader del Partito Nazionalista Basco, si era rifugiato in esilio nella capitale francese durante il franchismo. Il fratello Ander , anch’egli giornalista, è direttore della versione basca del quotidiano El Pais. Iscritto dal 1993 al Partito Socialista Spagnolo (PSE), Gorka dirige il settimanale Cambio 16 e la rivista Aldaketa Hamasei: nel suo lavoro prende fermamente posizione contro il nazionalismo violento e il terrorismo nel territorio basco, diventando un bersaglio dichiarato dell’Eta.
Il 15 maggio 2001 rimane vittima di un attentato dinamitardo che gli procura gravi ferite al volto e all'addome, l’amputazione di un dito della mano destra e di tre della sinistra. Anticonformista e “scomodo” anche per le forze pacifiste, diviene presidente del Gruppo Basco delle Vittime del Terrorismo e nel 2006 firma il manifesto “Sì en nuestro nombre, sì a que se busque la paz” [Sì in nostro nome, sì a che si cerchi la pace] che auspica il dialogo tra il governo spagnolo e l’organizzazione terrorista per chiudere il capitolo doloroso della violenza terroristica e aprire quello della riconciliazione.
Ha ricevuto diversi premi, come il Bravo, l’Olivo de Plata, il Micròfono de Plata, per l'intensa attività professionale e il suo impegno sociale.
Giardini che onorano Gorka Landaburu
Trovi un albero nel Giardino Virtuale Storie Gariwo.