
Trentacinque anni, laureata in ingegneria civile e Segretaria generale del Partito Futuro siriano, Hevrin Khalaf era un'attivista che ha dedicato la vita alla lotta per la coesistenza pacifica fra curdi, cristiano-siriaci e arabi, motivo per cui era stimata da tutte le comunità. Si batteva per i diritti delle donne nelle comunità islamiche ed era noto il suo grande talento per la diplomazia. Chi la conosceva parlava di lei come una sorta "ministro degli Esteri" del Rojava.
Di recente aveva guidato un Forum tribale delle donne, quest'ultime soggetto cruciale, per lei, di una possibile transizione democratica per una Siria inclusiva e rispettosa dei diritti delle minoranze, e fortemente decentralizzata rispetto all'impostazione baathista. Al momento della sua fondazione, avvenuta il 27 marzo del 2018, il Partito per il Futuro della Siria, aveva affermato tra i suoi principi la laicità dello Stato, oltre che quello di una Siria "multi identitaria", della "rinuncia alla violenza" in favore di una "lotta pacifica per la risoluzione delle controversie", dell'"eguaglianza tra uomini e donne" e del rispetto delle risoluzioni delle nazioni Unite, "in particolare la risoluzione 2254, secondo cui tutte le fazioni del popolo siriano dovrebbero essere rappresentate nel processo politico, compresa la stesura di una nuova costituzione”.
Il 5 ottobre 2019 Hevrin Khalaf aveva parlato in pubblico per l'ultima volta ad Ankara, opponendosi all'intenzione della Turchia di occupare le terre dei curdi e rivendicando il ruolo svolto dalle forze democratiche siriane nella liberazione del Nord Est della Siria dai gruppi terroristici. "Noi respingiamo le minacce turche, ostacolano i nostri sforzi per trovare una soluzione alla crisi siriana. Durante il periodo di dominio dell'Isis alle frontiere, la Turchia non ha visto questo come un pericolo per la sua gente. Ma ora che c'è un'istituzione democratica nel Nord Est della Siria, loro ci minacciano con l’occupazione”.
Il Guardian ha confermato l’uccisione di Hevrin, trucidata a sangue freddo il 12 ottobre dai miliziani forse filo-turchi sull’autostrada M4, tra Manbij e Qamishlo, nelle zone dove le truppe di Ankara hanno invaso la Siria.
La sua morte ha suscitato numerose reazioni a livello internazionale. ”Hevrin Khalaf - ha detto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli - è il volto del dialogo e dell'emancipazione delle donne in Siria. La sua uccisione, opera di terroristi islamisti, più attivi dopo l'invasione dei territori curdi da parte della Turchia, è un orrore su cui la comunità internazionale dovrà andare fino in fondo”.