Kim Young Soon ha commesso un solo crimine: essere amica di un'attrice che fu l'amante di Kim Jong-il, il "caro leader" morto l'anno scorso. Affinché non potesse spettegolare è stata rinchiusa per nove anni nel gulag di Yodok dove ha visto uccidere quasi tutti i suoi parenti, è stata sottoposta a infinite sessioni di "autocritica" e per sopravvivere ha dovuto cibarsi di piante e ratti.
Nel 2005 è stata rilasciata con il figlio e la figlia, ma il ragazzo è stato subito freddato dai soldati del regime alla frontiera, mentre cercava di fuggire. Lei ha raggiunto Seul, dove vive e da dove dedica la sua vita a denunciare la vita nella "nazione gulag", come chiama la Corea del Nord.
In questo Paese benché non esistano dati ufficiali si stima che siano rinchiuse nei gulag più di 200.000 persone. In proporzione alla popolazione è una cifra pari a quelli detenuti nei campi durante lo stalinismo in URSS. La maggior parte degli internati non ha commesso crimini, ma è semplicemente parente di un un prigioniero politico.