Nasce a Istanbul nel 1952 in una famiglia borghese e frequenta il liceo americano della città. Si iscrive in un primo momento alla facoltà di architettura dell'Università Tecnica di Istanbul per volere della famiglia, per poi decidere definitivamente di dedicarsi alla letteratura, scegliendo l’Istuituto di Giornalismo dell'Università di Istanbul, dove si laurea nel 1977. Dal 1985 al 1988 si trasferisce negli Stati Uniti dove diventa “studioso ospite” alla Columbia University di New York, per poi tornare definitivamente a Istanbul, dove comunque rifiuta il titolo di "artista di Stato" assegnatogli dal governo turco.
Nell’estate del 2005 viene incriminato dalla magistratura del suo Paese a
seguito di alcune dichiarazioni fatte a una rivista svizzera sul
genocidio degli armeni e i massacri dei curdi. Il processo, che ha
attirato l'attenzione della stampa internazionale, iniziato il 16
dicembre 2005, viene poi sospeso in attesa dell'approvazione del
ministro della giustizia turco. Nonostante il grande successo riscosso
in patria, una parte dell'opinione pubblica turca, quella più sensibile
alla propaganda dei nazionalisti, si schiera contro Pamuk nel clima
incandescente della messa sotto esame della Turchia per l’accesso
all’Europa Comunitaria. A seguito tuttavia delle pressioni
internazionali e dell’imbarazzo del governo turco, le accuse vengono
infine ritirate il 22 gennaio 2006, considerando che il fatto non
costituisce reato per il nuovo codice penale appena approvato.
Subito dopo Pamuk riceve il premio Nobel per la letteratura con la
seguente motivazione: "nel ricercare l'anima malinconica della sua città
natale, ha scoperto nuovi simboli per rappresentare scontri e legami
fra diverse culture".
Nel 2007, dopo l’omicidio dello scrittore turco-armeno Hrant Dink,
subisce ripetute minacce di morte, che lo costringono a cancellare una
serie di conferenze in Germania e in Belgio e a lasciare, almeno
temporaneamente, il suo paese. Uno degli autori dell'omicidio di Dink,
catturato dalla polizia, durante il trasferimento dal tribunale in
prigione urla, davanti alle telecamere: "Pamuk, ora tocca a te".
Pamuk è stato il primo scrittore nel mondo musulmano a condannare la
fatwa iraniana contro Salman Rushdie.
I suoi romanzi sono stati pubblicati in oltre quaranta lingue.
Tra le sue opere tradotte in italiano: La casa del silenzio (1993),
Il libro nero (1996), La nuova vita (2000), Il mio nome è
rosso (2001), Neve (2004), Il castello bianco (2006), Istanbul (2006).
Giardini che onorano Orhan Pamuk
Trovi un albero nel Giardino Virtuale Storie Gariwo.