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Mary McLeod Bethune (1875 - 1955)

instancabile combattente per i diritti degli afroamericani e delle donne

"Se avremo il coraggio e la tenacia dei nostri antenati, i quali rimanevano saldi come rocce contro la frusta della schiavitù, troveremo il modo per fare dei nostri giorni ciò che essi fecero dei loro." 
Mary McLeod Bethune

Mary McLeod Bethune, nata nel 1875 a Mayesville nella Carolina del Sud, è stata un'instancabile combattente e innovatrice in diversi ambiti della storia democratica degli Stati Uniti d’America, quali i diritti civili degli afroamericani e delle donne, le libertà dei popoli colonizzati, le relazioni tra i rappresentanti della società civile e le delegazioni ufficiali a livello nazionale ed internazionale. Nel 1989 la rivista afroamericana Ebony Magazine l'ha inserita tra le cinquanta figure più importanti della storia statunitense, mentre la rivista statunitense Time la include tra le cento donne più influenti del ventesimo secolo.

Nata in un ambiente povero da genitori ex schiavi, quindicesima di diciassette fratelli costantemente impegnati nei campi di cotone, fu l’unica della famiglia a frequentare la scuola e a laurearsi. Da bambina, studiò presso una scuola missionaria presbiteriana per bambini afroamericani che avrebbe dovuto portarla a concludere gli studi presso la Scotia seminary for girls in Nord Carolina e a partire come missionaria in Africa. Ma la vita le aveva preservato un futuro diverso. Per l’Africa non partì mai e, tornata nella Carolina del Sud, iniziò a lavorare come insegnante. Realizzò subito quanto anche gli africani in America avessero il disperato bisogno di un'educazione scolastica, come gli africani in Africa, e decise che la sua passione per lo studio e l’aiuto verso gli altri si sarebbe concretizzata in America.

Nel 1904 si trasferì a Daytona, in Florida, dove grazie alle donazioni delle chiese locali nere e dei benefattori bianchi, fondò il Daytona Normal and Industrial Institute for Negro Girls, in cui alle alunne afroamericane veniva impartita un’educazione cristiana che alternava lo studio di materie teoriche, quali la matematica o le lingue straniere, a competenze industriali quali la sartoria, la cucina o altre abilità che premettessero loro di essere autosufficienti. Il numero delle studentesse crebbe da cinque a duecentocinquanta nel giro di pochi anni. Il successo della scuola fu talmente clamoroso da permetterne l’unione con il Methodist-run Cookman Institute for Men. Nacque così il Bethune-Cookman College, di cui Mary era la preside - una delle poche presidi donne della nazione in uno dei rari istituti americani in cui un veniva data la possibilità agli afroamericani di conseguire il diploma.

Contemporaneamente al ruolo di imprenditrice, preside ed insegnate, la Bethune incanalò verso il dibattito istituzionale le esigenze delle donne nere, le quali chiedevano riconosciuti i propri diritti, violati dalla doppia discriminazione dell’essere donna e nera. Fu nominata presidente, nel 1924, della National Association of Colored Women (Associazione nazionale delle donne nere), un gruppo nazionale il cui compito era quello di coordinare le varie associazioni di donne nere a livello regionale e locale. Nello stesso anno, in vista di questo suo nuovo incarico, portò avanti una politica per l’integrazione, attaccando duramente la discriminazione e la segregazione razziale. A causa dei limiti strutturali dell’associazione però, nel 1935 si ritirò per fondare il National Council of Negro Women (Consiglio nazionale delle donne nere), riunendo 28 organizzazioni differenti per formare un'associazione allo scopo di migliorare la qualità della vita delle donne nere e delle loro comunità a livello nazionale e internazionale, tramite un dialogo con il governo americano. L’azione più significativa conseguita dal Consiglio fu l’organizzazione della conferenza, presso la Casa Bianca, sulla cooperazione a livello governativo sui problemi relativi alle donne nere e ai bambini. Ad essa, seguirono incontri regolari presso la Casa Bianca incentrati sulla richiesta di un aumento del numero di donne nere all’interno di posizioni di rilievo nell’apparato governativo.

Il carisma della Bethune, riconosciuto dall’associazionismo civile e dal governo americano, e la sua profonda conoscenza della condizione degli afroamericani attirarono anche l’attenzione del presidente Franklin D. Roosevelt che nel 1935 la nominò sua consigliera speciale sugli affari delle minoranze. Eleanor Roosevelt, legata a Mary da una profonda amicizia, arrivò a far modificare le regole di segregazione, in occasione della Southern Conference on Human Welfare del 1938 che si tenne a Birmingham in Alabama, per poterle sedere accanto. La Bethune divenne direttrice della Divisione per le questioni dei neri dell'Amministrazione nazionale della gioventù - dove ancora una volta educava e indirizzava i giovani verso nuove opportunità di lavoro - e capo del FDR Black Cabinet, diventando la prima afro-americana a guidare un dipartimento federale. Fino alla sua morte, avvenuta nel 1955, rimase fedele consigliera del presidente Roosevelt e di sua moglie Eleanor.

Con il suo ultimo incarico, la Bethune segnò la storia dei diritti civili delle minoranze: è stata l’unica donna nera a partecipare, come rappresentante della National Association for the Advancement of Colored People, alla Conferenza di fondazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite a San Francisco nel 1945. L’essenza del suo metodo di insegnamento e delle sue acute analisi come consigliera fu quello di eliminare il senso di vergogna radicato negli afroamericani, abbracciando i principi della democrazia privilegiando la dedizione verso gli altri.

La vita di Bethune è stata celebrata con una statua commemorativa a Washington DC nel 1974.

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