Teresio Olivelli, il “ribelle per amore”, è stato protagonista della Resistenza nel triangolo Brescia-Cremona-Milano, in stretto contatto, fin dal suo primo arrivo a Brescia, con esponenti del movimento di liberazione locale del calibro di Peppino Pelosi e padre Carlo Manziana.
Per sua opera e volontà nacque il giornale Il ribelle, il cui primo numero - datato 5 marzo 1944 - venne dedicato alla memoria di Astolfo Lunardi e di Ermanno Margheriti, condannati a morte dal tribunale speciale di Brescia il 5 febbraio e fucilati il mattino del 6 al poligono di Mompiano. Il saluto all’amico, nel quale riecheggia la sentenza evangelica, si potrebbe considerare come il testamento spirituale di Olivelli: “Solo chi la vita la getta senza misura può dare e avere la vita”.
Nel secondo numero del giornale, Olivelli espone il suo intento programmatico. “La nostra è anzitutto una rivolta morale” scrive. Di fronte a un’Italia asservita e depredata, a una cultura sospesa tra vittimismo, pietismo e opportunismo, “Mai ci sentimmo così liberi come quando ritrovammo nel fondo della nostra coscienza la capacità di ribellarci a una passiva accettazione, unita alla volontà di insorgere contro l’oppressione dello straniero”.
Olivelli, catturato il 27 aprile 1944 a Milano e portato immediatamente nel carcere di San Vittore - dove fu torturato - fu trasferito a Fossoli, poi a Bolzano, Flossenburg e infine a Hersbruck. Durante la sua prigionia si mise al servizio degli altri, fino all’estremo sacrificio: mentre difendeva i suoi compagni fu colpito brutalmente da un guardiano polacco.
Morì dopo pochi giorni il 17 gennaio 1945.
Giardini che onorano Teresio Olivelli
Teresio Olivelli è onorato nei Giardini di Brescia e Calvisano.