24 gennaio 2011, ore 18.00
Teatro Franco Parenti di Milano
via Pier Lombardo, 14
Per il Giorno della Memoria presentazione del nuovo libro di Gabriele Nissim La bontà insensata. Il segreto degli uomini giusti, edito da Mondadori.
Intervengono al dibattito, oltre all'autore, l'editorialista del Corriere della Sera Antonio Ferrari, il filosofo Salvatore Natoli, il docente dell'Università Cattolica Vittorio Emanuele Parsi, la direttrice del Teatro Franco Parenti Andrée Ruth Shammah, l'oncologo Umberto Veronesi.
LA BONTA' INSENSATA
Nel nuovo volume l'autore ci invita a rileggere i grandi pensatori del Novecento - Hannah Arendt, Vasilij Grossman, Etty Hillesum, Hans Jonas, Varlam Shalamov, Itsván Bibó, Jan Patocka, Václav Havel – che si sono interrogati sul bene possibile nelle situazioni estreme, e indaga il significato dei termini "responsabilità", "dignità", "verità", "giudizio", "perdono", "conciliazione", cercando di individuare quale sia stata la molla che ha spinto i protagonisti a gesti di bontà apparentemente insensata.
La speranza è che questo esercizio della memoria possa dare l’avvio a una sorta di staffetta della responsabilità morale che si tramandi di generazione in generazione.
Il volume sarà in libreria dal 18 gennaio.
scheda libro
comunicato stampa
locandina
Teatro Franco Parenti
evento su Facebook
Rassegna stampa
Nissim, così l'olocausto coinvolge tutti, di V. E. Parsi, La Stampa, 27 gennaio 2011
Budapest chiedi perdono, di Gabriele Nissim, L'Avvenire, 18 gennaio 2011. Lo scrittore presenta la figura di Itsván Bibó, che aiutò gli ebrei e fu una figura simbolo della riconciliazione post-Shoah in Ungheria.
Ecco i nuovi Giusti, di Susanna Nirenstein, La Repubblica, 25 gennaio 2011
La Bontà insensata
il segreto degli uomini giusti

La copertina del libro
- Tag:
- La bontà insensata,
- Gabriele Nissim,
- Franco Parenti,
- Hanna Arendt,
- Vasilij Grossman,
- Etty Hillesum,
- Varlam Shalamov,
- Istvan Bibo,
- Jan Patocka,
- Vaclav Havel
12 gennaio 2011
Dialogo e riconciliazione
tra vittime e persecutori sono i Giusti a parlare al futuro
Nel tessuto sociale lacerato di un Paese in cui è stato perpetrato un genocidio o altri crimini contro l'Umanità, è molto difficile, anche a distanza di anni, la ripresa di un dialogo per ricucire gli strappi e ricostruire una trama di convivenza civile tra chi appartiene al campo delle vittime - come i sopravvissuti o i familiari o i rifugiati e i loro eredi- e chi a quello dei persecutori, dei complici o degli indifferenti. A cui si aggiunge il ruolo primario dello Stato, dei suoi funzionari e governanti, che spesso cercano di negare l'accaduto e rifiutano di assumersi le responsabilità - pur evidenti - dei massacri. Solo la capacità di reazione e di ascolto di chi non si è piegato all'omologazione dei comportamenti nel gruppo dei persecutori e ha rifiutato di adeguarsi a condotte che la coscienza non approva, può garantire la ripresa di una comunicazione tra le parti che sappia coniugare l'esigenza della verità e l'assunzione di responsabilità con l'apertura al futuro e a una comune progettualità.
I Giusti sono gli unici ad avere le carte in regola per farlo.
leggi tutto

Multimedia
"Il Giusto mostra che quello che ci sembra impossibile può accadere"
intervista a Salvatore Natoli

La storia
Corrado Bonfantini
personalità ribelle, promotore degli ideali socialisti di libertà e giustizia sociale