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The Shukran, "il mondo è nelle nostre mani"

un social network per dire grazie

I social network sono stati al centro dell’attenzione durante le primavere arabe, giocando un ruolo determinante nella comunicazione di informazioni e nella possibilità di mettere in contatto tra loro cittadini di Paesi dove la libertà di espressione è stata per troppo tempo repressa.
Se è vero che questi nuovi media sono oggi anche il terreno di diffusione della propaganda fondamentalista, non mancano iniziative volte al dialogo e alla conciliazione.

Tra queste spicca The Shukran, un nuovo social network pensato “per dire grazie” - come dice il suo stesso nome, shukran, che in arabo e hindi (da shukria) significa, appunto, grazie. Il nome può risultare fuorviante e far pensare a utenti provenienti prevalentemente dal mondo arabo, ma il social network è destinato a un pubblico globale, senza barriere di religione o nazione. “Il nostro obiettivo - mi racconta Illies Amar, uno dei giovani ideatori di questo progetto - è quello di esaltare la coesistenza e la riconoscenza tra le persone. The Shukran è nato grazie all’idea di giovani di seconda generazione, provenienti da Paesi diversi. La nostra sfida è quella di far conoscere all’Occidente il mondo, la realtà, la mentalità dell’Oriente, e creare una nuova dimensione sociale”.

The Shukran è un social network fotografico, in cui gli utenti pubblicano immagini della realtà che li circonda. “Ognuno è protagonista di The Shukran - continua Illies - e può creare una sorta di finestra sul mondo circostante. Ci piace pensare che, attraverso questo social network, sia possibile scoprire Paesi diversi stando seduti davanti al computer”.

Al posto del classico like, se l’utente gradisce un contenuto può dire un grazie, cliccando sul simbolo di una manina che richiama la mano di Fatima, simbolo di pace e benevolenza.

The Shukran ha anche un lato propositivo, quello delle campagne. La prima ad essere stata lanciata è !freedominegypt, che ricorda il colpo di stato in Egitto. “Si tratta di campagne umanitarie - spiega Illies -, come quella, lanciata poche settimane fa, a sostegno del giornalista di Al Jazeera Ahmed Mansour, arrestato in Germania su richiesta del governo egiziano. Ogni utente può lanciare la propria campagna, basta mettere un punto esclamativo all’inizio del messaggio”.

L’interfaccia di The Shukran è molto semplice e di forte impatto. Nella pagina “world” scorrono in tempo reale le immagini caricate dagli iscritti e, a differenza di altri social network, non ci sono filtri o limitazioni. Tutti possono vedere tutto, in una community globale aperta e chiamata a essere operativa nella realtà quotidiana, non sono in quella virtuale.

L’attualità infatti gioca un ruolo fondamentale non solamente per quanto riguarda le campagne, ma per il messaggio stesso che gli ideatori di The Shukran vogliono lanciare.
“Noi puntiamo al ringraziamento e alla coesistenza tra le nostre popolazioni come pilastri per costruire una nuova società - mi dice ancora Illies -. E si sa, se manca un pilastro la casa crolla. Nella vita quotidiana, quando facciamo degli sforzi per aiutare gli altri noi riceviamo quel grazie che ci dà la forza per continuare. Con The Shukran la gente ringrazia per aver condiviso uno scorcio di realtà, e questo è molto importante. Si tratta di una sorta di educazione indiretta verso il ringraziamento, che è uno dei capisaldi di questa ‘nuova società’”.

Una società unita dalle immagini del mondo, animata dalla convinzione che odio e intolleranza non sono possibili laddove vi siano dialogo e conoscenza

Martina Landi, Responsabile del coordinamento Gariwo

22 luglio 2015

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