La Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato la Turchia per non aver protetto la vita di Hrant Dink, il giornalista di "Agos" ucciso nel 2007 dai nazionalisti turchi.
Ankara è stata giudicata colpevole anche di aver violato la libertà di espressione dell'intellettuale, condannandolo per il reato di "lesa turchicità" a causa delle sue battaglie per il riconoscimento del genocidio armeno.
Lo stesso Hrant Dink si era rivolto alla Corte europea dopo questa condanna: il tribunale ha accolto la sua denuncia e quella della famiglia, presentata dopo il suo assassinio, stabilendo che la Turchia ha violato l'articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che sancisce il diritto alla vita.
Per i giudici la Turchia non ha fatto nulla per impedire l'omicidio nonostante fosse al corrente dei piani e dell'identità degli assassini. Un'inchiesta ha stabilito le responsabilità delle forze dell'ordine turche, ma Ankara non ha istruito alcun processo contro di loro.
Il governo turco pagherà le spese legali e un risarcimento di 105.000 euro alla famiglia Dink.