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La politica diversa

l'esempio dei nuovi Giusti per il Giardino di Milano

Si prova una certa tristezza nell’osservare che, fino ad ora, nessuno dei leader politici che partecipano alla serrata campagna elettorale abbia pronunciato una sola parola per sottolineare un impegno per la difesa dei diritti umani nel mondo; come se l’immagine del nostro Paese dipendesse soltanto dalla capacità di fare quadrare i conti nella Comunità europea. 


A nessuno, fino ad ora, è venuto in mente di fare un viaggio in una capitale araba per auspicare il rispetto dei diritti delle donne, o di spendere delle parole per ricordare le migliaia di vittime siriane, ragionando sulla possibilità di impedire nuovi genocidi nel mondo. 
Non si è ascoltata nessuna voce, nei talk show televisivi, ricordare la solitudine dei giovani iraniani che hanno pagato in questi anni un prezzo pesante per il loro tentativo di scuotere una dittatura che dura oramai da un tempo infinito; e nemmeno c’è stato qualcuno che ha sentito il bisogno di ricordare come nel regime di Putin le speranze suscitate nell'89 stiano venendo meno, con la persecuzione di centinaia di giornalisti e la creazione di un clima di intimidazione per chi osa manifestare nelle piazze. Neppure una protesta per ricordare che, a Pechino, è ancora in prigione il Nobel per la pace Liu-Xiao-Bo, la cui candidatura venne proposta dal compianto Presidente ceco Václav Havel. Soltanto parole stanche e di routine per la pace in Medio Oriente, senza che però nessuno abbia mai il coraggio di dissentire pubblicamente dallo statuto di Hamas, che auspica la distruzione di Israele, o di appoggiare lo spirito degli scrittori pacifisti israeliani Amos Oz, David Grossman, Abraham Jehoshua, impegnati nelle più tormentate elezioni israeliane da molti anni a questa parte.


Qualcuno può anche obbiettare che le parole italiane nel mondo contano poco e dunque siano completamente inutili, ma è un punto di vista che non ha a cuore la crescita morale del nostro Paese. Vuole dire semplicemente dimenticarsi di trasmettere ai giovani l’importanza dei valori fondamentali su cui si basa la democrazia.
Cosa serve la nostra democrazia se si rimane in silenzio di fronte alle sofferenze di chi sacrifica la vita per il sogno di poter vivere, un giorno, in un sistema liberale come il nostro? La nostra libertà privilegiata è banalizzata, quando non la si usa e si smarrisce il suo significato profondo. È un irresponsabile il politico che fruisce della democrazia ma rimane indifferente rispetto a chi ne è privo.


Per questo motivo l’Associazione per il Giardino dei Giusti di tutto il mondo ha voluto lanciare un segnale importante nel nostro Paese, con la scelta dei nuovi giusti per il giardino di Milano. Abbiamo voluto, infatti, onorare quattro figure pubbliche che nella politica si sono impegnate per difendere la dignità dell’uomo nelle situazioni più difficili e che ci appaiono così distanti dallo spirito della maggioranza dei nostri candidati.
Ricordare oggi Dimitar Peshev, il vicepresidente del Parlamento bulgaro che fu capace, settanta anni fa, di bloccare i treni per Auschwitz carichi di migliaia di ebrei; Václav Havel, l’eroe della rivoluzione antitotalitaria in Cecoslovacchia che, diventato Presidente, fu grande paladino dei diritti umani nel mondo; Samir Kassir, il protagonista libanese della Rivoluzione dei cedri, che saltò su una mina per avere speso la sua anima di giornalista per il sogno di un Libano indipendente, laico e multietnico; l’esploratore norvegese Fridjtof Nansen, che aiutò i profughi armeni e abbandonò una carriera gloriosa per andare in soccorso di tutti i rifugiati, significa trasmettere ai giovani il messaggio che esiste sempre la possibilità di una politica dall’alto valore morale.


Non è vero che la politica è solo quella che fa spettacolo, che si autoincensa per le battute da cabaret o che si misura con l’audience televisiva.


Fortunatamente è possibile che sia diversa, come dimostrano le storie dei giusti che raccontiamo, e che sono un esempio anche per la rigenerazione morale del nostro Paese. 


Il 24 gennaio, all’Auditorium San Fedele, i giovani delle scuole di Milano, in occasione della Giornata della Memoria 2013, lo ricorderanno alla cittadinanza in uno spettacolo teatrale dedicato, per l’appunto, ai “buoni politici” scelti per il giardino del Monte Stella.

Gabriele Nissim

Analisi di Gabriele Nissim, Presidente Fondazione Gariwo

18 gennaio 2013

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