Dissenso est Europa
L'eredità del dissenso nell'Europa dell'Est
Per il docente Sante Maletta "il dissenso appare come una potenzialità ancora poco conosciuta e attualizzata, in un mondo in cui l’esperienza dell’insensatezza e dell’anomia e la diffusione del conformismo culturale ricordano paradossalmente alcuni tratti dei regimi totalitari in cui il Dissenso si è formato".
Il ricordo di Solidarnosc
Il 10 novembre 1980 veniva registrato Solidarnosc, il sindacato libero che vinse la battaglia per la libertà di coscienza e di religione in Polonia. Intellettuali e operai hanno lottato insieme contro il regime contribuendo a creare la democrazia polacca.
Addio a Bärbel Bohley, voce di libertà nella DDR
Muore a 65 anni la dissidente tedesca protagonista delle campagne per il multipartitismo nella DDR e per l'apertura degli archivi della Stasi. Angela Merkel la ricorda come "una personalità che ha reso possibile la rivoluzione pacifica" nel blocco comunista.
Il cuore del dissenso nelle lettere di Havel
Giusti e testimoni
Gli interventi al seminario di Gariwo di formazione e aggiornamento per insegnanti
(8, 12, 19 marzo 2010).
Ero a Varsavia quando l'hanno ucciso
Editoriale di Annalia Guglielmi, collaboratrice di Gariwo ed esperta di Europa dell'Est
Ho visto per la prima volta padre Popieluszko quando era cappellano alla chiesa di sant’Anna, la chiesa della pastorale universitaria, dove mi fermavo a dormire quando ero a Varsavia; qui avevo sempre l’occasione di trovare
…Dissenso nell'Europa dell'Est
la verità contro la menzogna del totalitarismo
Il cosiddetto dissenso nei regimi comunisti dell’Est europeo non è
riducibile alla semplice connotazione di “opposizione” suggerita dalla
definizione, ma deve essere considerato innanzitutto come il tentativo
di costruire una polis parallela basata sulla responsabilità di ogni
cittadino e volta a occupare gli spazi di libertà culturale, sociale e
umana strappati al regime totalitario all’interno del tessuto sociale.
Gli esponenti di Charta ’77 in Cecoslovacchia e di Solidarnosc in Polonia, come Vaclav Havel, Radim
Palous, Jacek Kuron, Adam Michnik, hanno sempre sottolineato che “il
potere dei senza potere” consiste nel vincere la paura attraverso la
forza creata da un’assunzione collettiva di responsabilità, testimoniata
dall’esortazione a “vivere la verità” in una società basata sulla
menzogna. Molto spesso la loro azione di “dissenso” consisteva nel
reclamare l’applicazione delle leggi, come quella sulla libertà di
coscienza, e degli accordi internazionali sottoscritti dai loro Paesi,
come gli Accordi di Helsinki.
Da queste posizioni è nato un ampio movimento in grado
di influire sui comportamenti e sulla mentalità dell’opinione pubblica,
al punto che - a parte la Romania – il sistema totalitario è stato
rovesciato in modo pacifico, senza spargimento di sangue, con una nuova
classe dirigente riconosciuta dalla maggioranza della popolazione,
pronta ad assumersi la responsabilità della cosa pubblica.