Gariwo
https://it.gariwo.net/giusti/dissenso-est-europa/jan-patoka-1330.html
Gariwo

Jan Patocka (1907 - 1977)

filosofo di "Charta 77"

Nasce a Turnov, il padre era insegnante di lettere classiche e la madre cantante lirica. Si laurea in Filosofia, Romanistica e Slavistica all’Università Carlo di Praga. Dal 1928 al 1929 soggiorna all’estero con una borsa di studio, e, fra l’altro, frequenta la Sorbona, dove incontra il filosofo Edmund Husserl. Nel 1931 ottiene il dottorato in Filosofia, l’anno seguente va a a Berlino e poi a Friburgo per ragioni di studio, dove segue le lezioni di Martin Heidegger e di Husserl. Rientra in Patria nel 1934 e inizia a insegnare in un liceo della capitale. È fra gli organizzatori dell’VIII Congresso Internazionale di Filosofia e della visita di Husserl a Praga. Viene poi eletto segretario del Circolo Filosofico di Praga ed entra nella redazione della più importante rivista filosofica ceca. Nel 1936 ottiene l’abilitazione con un lavoro dal titolo Il mondo naturale come problema filosofico, che lo fa conoscere come uno dei più importanti filosofi europei. 

Durante l’occupazione tedesca lavora come insegnante di ginnasio, nell’autunno del 1944 è condannato ai lavori forzati. Dopo la liberazione insegna Storia della filosofia all’Università Carlo, ma deve lasciare la cattedra nell’estate del 1949 perché non supera la verifica del partito. Benché non si esprima pubblicamente contro il regime viene considerato un potenziale nemico, soprattutto perché si rifiuta di entrare nel partito comunista per salvare la carriera. Inizia a lavorare come ricercatore all’Istituto Garrigue Masaryk, dove organizza seminari privati per colleghi ed ex studenti. Dopo la chiusura dell’Istituto, nel 1954 comincia a lavorare all’Istituto di Pedagogia dell’Accademia Cecoslovacca delle Scienze, dove studia la produzione filosofica e teologica di Jan Amos Comenio. Grazie ad un parziale disgelo dal 1958 è tra i redattori della casa editrice dell’Istituto di Filosofia dell’Accademia delle Scienze. Nella seconda metà degli anni sessanta tiene alcune lezioni in Germania e Belgio. Viene riabilitato nel 1968 e riprende a insegnare all’Università Carlo.

Dopo l’invasione sovietica si rifiuta di emigrare all’estero, non riuscendo a immaginare la propria vita al di fuori del Paese. Nel 1971, l’Università di Aquisgrana gli conferisce il dottorato honoris causa, però il regime gli impedisce di ritirarlo. Nel 1972 per la seconda volta non supera la verifica del partito, è quindi costretto ad andare in pensione e le sue pubblicazioni vengono ritirate dalle librerie. Nonostante questo non interrompe la sua attività scientifica e pedagogica: continua a organizzare seminari privati in casa e a scrivere. I suoi testi circolano in Patria nel samizdat e sono pubblicati all’estero. Il suo libro Saggi eretici sulla filosofia della storia, pubblicato nel 1975 da una casa editrice clandestina, sarà fondamentale per lo sviluppo dell’opposizione cecoslovacca. In questa pubblicazione sottolinea la necessità della “solidarietà di coloro che hanno subito il crollo” e di salvare l’anima quando “intorno a noi crolla il mondo della speranza quotidiana”. 

La gente trascrive i Saggi e ne impara a memoria interi brani, che divengono così la colonna portante della futura “Charta ’77”, di cui è uno dei primi firmatari e uno dei primi portavoce, insieme a Havel e Hajek. I testi che scrive in veste di portavoce, Che cos’è e che cosa non è Charta ’77, Che cosa possiamo aspettarci da Charta, e Sulla necessità di difenderci dall’illegalità, in cui, tra l’altro osserva che “la gente sa nuovamente che esistono cose per cui val la pena soffrire, e che le cose per cui eventualmente si soffre sono quelle per cui val la pena vivere”, spiegano a fondo l’essenza e il compito del movimento, e costituiscono il suo testamento morale e politico.

L'1 marzo 1977 incontra in un albergo di Praga il Ministro degli Esteri olandese. L’incontro mette in grande imbarazzo le autorità, e il giorno dopo i servizi segreti lo arrestano e lo interrogano per dieci ore. Per i maltrattamenti subiti deve essere ricoverato in ospedale, dove muore il 13 marzo.

Ai suoi funerali partecipano più di mille persone, nonostante i servizi segreti si siano serviti di ogni mezzo per impedirlo: molti aderenti a Charta ’77, vengono fermati e interrogati, anche gli stranieri presenti subiscono accurati controlli della polizia, per rendere più difficile raggiungere il luogo delle esequie viene modificata la viabilità, durante la funzione un elicottero della polizia sorvola la zona per impedire che la gente la ascolti.

Jan Patočka, Il mondo naturale e la fenomenologia, Mimesis, Sesto San Giovanni, 2003 
Jan Patočka, Saggi eretici sulla filosofia della storia, Einaudi, Torino, 2008 
Jan Patočka, Il senso dell’oggi in Cecoslovacchia, edizioni Lampugnani Nigri, Milano, 1970
Jan Patočka, Platone e l’Europa, Vita e Pensiero, Milano, 1997
Jan Patočka, Phénoménologie asubjective et existence, Mimesis, Sesto San Giovanni, 2007
Jan Patočka, Socrate, Bompiani, Milano, 2003
Jan Patočka, Che cos’è la fenomenologia? Movimento, mondo e corpo, Centro Studi Compostrini, Verona, 2010

Giardini che onorano Jan Patocka

Jan Patočka è onorato nel Giardino di Brescia.

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!

Contenuti correlati

L’enciclopedia dei Giusti - Dissenso Est Europa

il “potere dei senza potere” consiste nel vincere la paura attraverso la forza creata da un’assunzione collettiva di responsabilità, testimoniata dall’esortazione a “vivere la verità” in una società basata sulla menzogna

Filtra per:

Ci spiace, nessun Giusto corrisponde ai filtri che hai scelto.