Una disamina originale di Annalia Guglielmi attraverso la storia polacca, dalle “donne cavaliere” alle attiviste di Solidarnosc.
Presentiamo la prima parte del saggio La donna come simbolo della nazione polacca, con l’introduzione e l’analisi del ruolo straordinario assunto dall’universo femminile nei lunghi secoli dell’occupazione della Polonia: un caso unico in Europa.
LA DONNA COME SIMBOLO DELLA NAZIONE POLACCA
• introduzione
• il modello romantico
• il movimento di opposizione al femminile
• storie di resistenza quotidiana durante l’occupazione zarista: il “Lutto Nazionale” e la moda
• storie di resistenza quotidiana durante lo “Stato di Guerra”: il “Gruppo Operativo Femminile” di Solidarnosc
• Bibliografia
LE BIOGRAFIE
• Emilia Plater
• Barbara Skarga
La Storia al femminile
l’identità nazionale custodita dalle donne in Polonia

Anna Walentynowicz e Vaclav Havel durante gli scioperi ai cantieri di Danzica
25 luglio 2011
Approfondimenti su Gariwo
- Solidarnosc
- il movimento per una Polonia democratica
Dissenso nell'Europa dell'Est
la verità contro la menzogna del totalitarismo
Il cosiddetto dissenso nei regimi comunisti dell’Est europeo non è
riducibile alla semplice connotazione di “opposizione” suggerita dalla
definizione, ma deve essere considerato innanzitutto come il tentativo
di costruire una polis parallela basata sulla responsabilità di ogni
cittadino e volta a occupare gli spazi di libertà culturale, sociale e
umana strappati al regime totalitario all’interno del tessuto sociale.
Gli esponenti di Charta ’77 in Cecoslovacchia e di Solidarnosc in Polonia, come Vaclav Havel, Radim
Palous, Jacek Kuron, Adam Michnik, hanno sempre sottolineato che “il
potere dei senza potere” consiste nel vincere la paura attraverso la
forza creata da un’assunzione collettiva di responsabilità, testimoniata
dall’esortazione a “vivere la verità” in una società basata sulla
menzogna. Molto spesso la loro azione di “dissenso” consisteva nel
reclamare l’applicazione delle leggi, come quella sulla libertà di
coscienza, e degli accordi internazionali sottoscritti dai loro Paesi,
come gli Accordi di Helsinki.
Da queste posizioni è nato un ampio movimento in grado
di influire sui comportamenti e sulla mentalità dell’opinione pubblica,
al punto che - a parte la Romania – il sistema totalitario è stato
rovesciato in modo pacifico, senza spargimento di sangue, con una nuova
classe dirigente riconosciuta dalla maggioranza della popolazione,
pronta ad assumersi la responsabilità della cosa pubblica.