Nasce nel 1919 a Homel, nell'attuale Bielorussia, da una famiglia di ebrei. Studente di medicina, diventa un noto attivista politico e, giovanissimo, si iscrive al “Bund” (Partito socialista ebraico di Russia, Lituania e Polonia). Vice-comandante della rivolta del Ghetto di Varsavia nel 1943, si distingue per coraggio e determinazione nella battaglia impari contro le truppe naziste dopo quattro mesi di assedio e di strenua resistenza degli ebrei rinchiusi nel ghetto. Riesce a sfuggire alla retata delle SS passando attraverso un bunker nella parte ariana della città insieme ai pochi sopravvissuti delle squadre di combattimento. Di quell'esperienza ricorda: "Ero giovane, avevo un mitra in pugno, difendevo il ghetto dalle SS. O noi o loro, non c'era tempo per i sentimenti. C'era solo la certezza che contro una dittatura si può sempre e solo lottare. Io penso sempre che quando la vittima è oppressa bisogna stare dalla sua parte. Bisogna darle riparo, nasconderla, senza paura e sempre opponendosi a coloro che vogliono schiacciarla". Un anno dopo, nell'agosto del 1944, partecipa con i suoi uomini all' Insurrezione di Varsavia. Dopo la guerra completa gli studi in medicina e inizia a lavorare come medico cardiologo. Si riconosce in un socialismo dal volto umano, distante dalle logiche staliniste, e sogna un'Europa democratica in cui regni la fratellanza dei popoli.
Dopo essere stato braccato dai nazisti per le sue origini, viene perseguitato dai comunisti per i suoi ideali. La sua autonomia e libertà di pensiero nel 1968 gli procurano il licenziamento dall'ospedale e viene più volte arrestato. Negli Anni Settanta partecipa all'attività di Solidarność contro la dittatura del governo comunista in Polonia e diviene uno dei leader del movimento. Nel 1989, alla caduta del regime, viene eletto deputato alla Dieta, il Parlamento nazionale, e resta in carica fino al 1993. Durante l'assedio serbo, negli Anni Novanta, si schiera al fianco della popolazione di Sarajevo.
Si è spento a Varsavia il 2 ottobre 2009. Alla notizia della sua morte, radio e tv polacche hanno sospeso le trasmissioni per darne notizia. Edelman è stato un simbolo e un punto di riferimento per molti giovani del suo Paese, decorato in Polonia con l'ordine dell'Aquila bianca e nel 2008 con la Legione d'onore francese. Si definiva un "guardiano dei morti", riferendosi alle vittime della barbarie nazista, per la cui memoria si è sempre battuto con ostinazione, ma amava occuparsi della vita, come esponente dell'umanesimo socialista e come medico.
Libri:
Il ghetto di Varsavia e Arrivare prima di Dio (conversazione con Hanna Krall), trad. Meriem Meghnagi, Città Nuova, Roma 1985;
C'era l'amore nel Ghetto, testo raccolto da Paula Sawicka, ed. it. a c. di Włodek Goldkorn, Ludmiła Ryba e Adriano Sofri, Sellerio, Palermo 2008.
Il ghetto di Varsavia lotta, a c. di Włodek Goldkorn, Giuntina, Firenze 2012;
Rudi Assuntino, Włodek Goldkorn, Il Guardiano. Marek Edelman racconta, Sellerio, Palermo 1998.
Dal 12 aprile 2010 a Marek Edelman sono dedicati un albero e un cippo al Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano.
Segnalato da Gariwo per Wefor con la consulenza di Annalia Gugliemi