Claudio Hugo Lepratti, detto “Pocho”, nacque a Concepción del Uruguay, in Argentina, nel 1966. Dopo aver iniziato gli studi universitari in Giurisprudenza, “Pocho” Lepratti - nel frattempo stabilitosi nella città di Rosario - iniziò a praticare attività di volontariato presso una Parrocchia di Salesiani di Don Bosco, impegnata ad assistere i giovani della città. In seguito a questa esperienza, “Pocho” Lepratti decise di abbandonare i propri studi universitari ed entrare in seminario, con l’obiettivo di studiare filosofia e prendere i voti.
Una tra le attività obbligatorie proposte dal collegio ecclesiastico consisteva nel fornire assistenza e aiuto ai residenti dei quartieri più poveri e bisognosi della città di Rosario, così Lepratti chiese ai propri superiori di poter continuare a svolgere questa attività anche dopo il proprio periodo di praticantato. La sua richiesta venne negata dai seminaristi. Per tale ragione “Pocho” Lepratti, fortemente colpito nell’animo da quella esperienza, scelse quindi di abbandonare il seminario e di trasferirsi al Barrio Ludeña, uno dei sobborghi argentini caratterizzati da grande povertà -una delle tante ville miserie presenti nella città di Rosario. Da quel momento in poi Lepratti si prodigò con fervore per i più bisognosi, soprattutto bambini, aiutando dove più era necessario, svolgendo contemporaneamente più ruoli: coordinatore di gruppi infantili e adolescenziali presso la Parrocchia di Padre Edgardo Montaldo, assistente-cuoco in una mensa locale dei poveri e insegnante di filosofia e teologia negli istituti scolastici rosarini.
Alla fine del 2001 l'Argentina fu schiacciata da una pressante crisi economico-finanziaria, caratterizzata da alti tassi di disoccupazione e da una recessione cavalcante a cui la popolazione rispose con feroci proteste, saccheggi e rapine a supermercati e negozi, gettando il Paese nel caos. Il Presidente in carica all’epoca, Fernando de la Rúa, dichiarò quindi lo stato di emergenza, sospendendo le garanzie costituzionali e lasciando spazio a violente ripercussioni da parte delle forze dell’ordine, verificatesi soprattutto nelle città di Buenos Aires e Rosario.
In questo clima di estrema difficoltà, nel 19 dicembre 2001 si concretizzarono a Barrio San Flores - un quartiere povero sito nella parte meridionale di Rosario - violente manifestazioni di protesta, sedate con la forza dalla polizia provinciale di Santa Fe. Quel giorno “Pocho” Lepratti lavorava come assistente-cuoco nella mensa dei poveri del quartiere, offrendo sostentamento ai tanti bambini affamati del sobborgo. Dopo aver udito diversi spari, “Pocho” decise di salire - insieme ad altri volontari - sul tetto dell’edificio, con lo scopo di dissuadere gli agenti di polizia dall’utilizzare armi in un contesto estremamente delicato, alla presenza di decine di bambini.
“Bajen las armas, que aqui hay solo pibes comiendo”, “abbassate le armi, qui ci sono solamente dei bambini che stanno mangiando”. Furono queste le ultime parole pronunciate da Claudio Hugo “Pocho” Lepratti, freddato da un agente della polizia provinciale senza che egli potesse fornire ulteriori giustificazioni. La morte di “Pocho” destò un’ondata di ferventi proteste nel Paese e lo stesso Presidente de la Rúa, firmatario dello Stato di emergenza, venne destituito dal proprio incarico pochi giorni dopo gli incidenti di Rosario.
“Pocho” Lepratti - divenuto un simbolo di attivismo sociale è stato per diversi anni un punto di riferimento per le giovani generazioni dei quartieri più poveri di Rosario, che hanno anche deciso di ricordarlo nel toccante documentario “Pocho de Ludueña, una vida con sentido - La historia de Claudio "Pocho" Lepratti”. Alla sua memoria sono oggi dedicate una piazza della città di Rosario e un ospedale pediatrico pubblico, situato nel Barrio di San Flores, poco distante dalla mensa dei poveri a cui “Pocho” ha dedicato la vita.
Giardini che onorano Claudio Hugo "Pocho" Lepratti
Claudio Hugo "Pocho" Lepratti è onorato nel Giardino di Mar del Plata.