Nato nel 1946 a Sarajevo, è stato un noto giocatore di pallamano dei club Bosna, Mlada Bosna, Crvena zvezda e della nazionale jugoslava. Nel 1963, quando aveva 17 anni, la sua squadra, Bosna, vinse la Coppa Jugoslava.
Goran è cresciuto coltivando lo spirito degli ideali dell'antifascismo, in particolare la libertà e l'uguaglianza di tutte le persone. Questi erano i principi in cui i suoi genitori, Nataša Zimonjić-Čengić e Ferid Fićo Čengić (il primo sindaco di Sarajevo del dopoguerra), gli hanno insegnato a credere.
Durante la guerra degli anni ’90 Goran ha vissuto nella parte occupata di Sarajevo, a Grbavica. Proprio qui è stato ucciso il 14 giugno 1992, dopo aver cercato di proteggere il suo vicino musulmano, il dottor Husnija Ćerimagić, da Veselin Vlahović Batko, altrimenti noto come il "Mostro di Grbavica".
Sentendo delle urla, infatti, Goran è uscito dal suo appartamento e ha affrontato il famigerato assassino, gridando: "Cosa stai facendo! Non vedi che quest'uomo è malato?”. Non ha indietreggiato nonostante i criminali fossero armati, ma si è invece opposto agli assassini con l'intento di proteggere qualcuno che veniva ingiustamente maltrattato.
Il tentativo di Čengić di salvare il dottor Ćerimagić è però stato vano: Batko e i suoi uomini hanno portato via entrambi, e i resti di Goran sono stati scoperti solo nove anni dopo.
Con il suo gesto, Goran ha scelto di non essere uno spettatore indifferente: ha dato la sua vita per affermare la sua integrità di essere umano e la sua determinazione a resistere nei momenti peggiori nella storia della sua città.
Nel 2013 Goran ha ricevuto il Premio Duško Kondor per il coraggio civile.
La biografia è tratta dall’archivio del Premio Dusko Kondor per il Coraggio Civile. Ringraziamo Svetlana Broz per il materiale fornito alla redazione.