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I Giusti nello sport

Le storie degli atleti che hanno rischiato la vita per salvare persone in difficoltà

Zarko Dolinar, campione di tennis tavolo che permise la fuga di

Zarko Dolinar, campione di tennis tavolo che permise la fuga di

Tra i Giusti tra le Nazioni spiccano alcune personalità dello sport che hanno messo a repentaglio la loro vita per salvare persone in difficoltà. Oltre a Gino Bartali, che ha contribuito al salvataggio di 800 ebrei fra il settembre 1943 e il giugno 1944, ecco altri sportivi che, incarnando alla perfezione lo spirito olimpico, hanno cercato di impedire il crimine di genocidio o di difendere i diritti fondamentali dell'uomo.

Martin Uher, famoso calciatore della nazionale cecoslovacca, aiutò numerose famiglie ebree offrendo le proprie case come nascondiglio. È stato nominato Giusto tra le Nazioni del 1991.

Tadeus Geberthner, capitano della squadra di calcio polacca, soccorse gli ebrei offrendo rifugio all’interno delle librerie Gebethner & Wolff, appartenenti alla sua famiglia. Morì nel 1944 vicino a Varsavia, al comando di un gruppo di partigiani.

Zarko Dolinar, campione di tennis tavolo e primo sportivo croato a vincere un mondiale, ha sfruttato la sua popolarità per rubare e contraffare documenti d’identità. Ha inoltre creato numerosi documenti di viaggio per molte persone ebree, permettendo loro la fuga verso la salvezza. È stato nominato Giusto tra le Nazioni insieme al fratello Boris, che lo aiutò nell’opera di soccorso.

Maria Helena Friedlander (Bruhn), insegnante di ginnastica tedesca, ha nascosto nella sua casa olandese numerosi ebrei - tra cui suo marito -, ha eluso le autorità tedesche fingendo di essere una simpatizzante nazista e dando lezioni di ginnastica a donne tedesche.

Jan Kasper Klein, insegnante di ginnastica e nuotatore olandese, fu arrestato e deportato a Dachau per aver aiutato e nascosto numerosi ebrei nella sua abitazione.

Margit Eugénie Mallász, scenografa e nuotatrice ungherese, insieme a padre Pal Klinda aiutò numerosi ebrei.

Anthonie Pieter Wetermans e Judith Wetermans (de Graaff), istruttore e proprietario di un club sportivo all’Aia, nascose con l’aiuto della moglie numerosi ebrei nel club sportivo.

Danielius Žilevičius, impiegato al ministero degli Interni e calciatore della nazionale lituana, era membro della LFLS, una squadra multietnica in cui giocavano lituani, ebrei, tedeschi, inglesi e serbi. Insieme alla moglie Ona e alla suocera Adolfina, nascosero una bimba ebrea, salvandola così dalla deportazione.

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