Ludwig Guttmann nacque nel luglio 1899 a Tost, in Alta Slesia, in una famiglia di ebrei ortodossi. All’epoca il territorio di Tost, oggi polacco, faceva parte dell’Impero tedesco. La famiglia Guttmann si trasferì, quando Ludwig aveva solo tre anni, nella città mineraria di Königshütte (oggi conosciuta con il nome polacco di Chorzów).
Proprio nell’ospedale di questa città Ludwig incontrò, mentre stava compiendo attività di volontariato, il suo primo paziente paraplegico, un minatore della zona che aveva subito una frattura spinale sul lavoro e da allora era costretto ad avvalersi dell’ausilio di una sedia a rotelle. Si trattò di un incontro premonitore, anche se il giovane Ludwig non poteva certo sapere che in seguito avrebbe dedicato tutta la sua vita alle persone con disabilità motoria.
Nell’aprile 1918, quando i venti di guerra serpeggiavano ancora sul mondo intero, Ludwig iniziò i propri studi in medicina all’Università di Breslavia, trasferendosi l’anno successivo a Friburgo, dove nel 1924 conseguì il Dottorato.
In seguito, Ludwig iniziò la propria carriera di neurochirurgo, affiancando all’attività ospedaliera anche quella di professore presso l’Università di Breslavia, la stessa in cui fino a poco tempo prima si era distinto come studente. All’inizio della sua brillante carriera di medico, Ludwig poté contare sui preziosi insegnamenti di Otrfrid Foerster, un pioniere della neurochirurgia del quale era divenuto assistente. Le cose cambiarono in maniera irreparabile dopo la promulgazione delle Leggi di Norimberga, il documento razzista e antisemita con cui il regime di Adolf Hitler aveva varato numerose disposizioni discriminatorie per gli oltre 500mila ebrei tedeschi. Queste leggi vietavano ai medici di origine ebraica di esercitare liberamente la loro professione e Ludwig venne quindi assegnato all’ospedale ebraico di Breslavia, del quale divenne in poco tempo direttore.
Il 9 novembre 1938, quando i nazisti perpetrarono sanguinari pogrom durante la “Notte dei cristalli”, Ludwig si distinse per uno straordinario e coraggioso atto di umanità: ordinò con fermezza allo staff del suo ospedale di accogliere ogni paziente ebreo senza fare domande, giustificando la sua decisione anche il giorno successivo durante un interrogatorio della Gestapo. Grazie al suo intervento, 60 tra i 64 ebrei ammessi nell’ospedale vennero salvati dall’arresto e della deportazione nei campi di concentramento nazisti.
Agli albori della Seconda guerra mondiale, Ludwig e la sua famiglia - tutti di fede ebraica - riuscirono a salvarsi dalla Shoah. L’opportunità di abbandonare la Germania nazista si presentò a inizio 1939, quando i dirigenti del Terzo Reich ordinarono al brillante neurochirurgo di viaggiare in Portogallo per curare un amico del dittatore portoghese Salazar, fornendo a lui e alla sua famiglia i visti necessari per compiere il viaggio. Era stato deciso di far rientrare Ludwig in Germania facendo scalo a Londra, dove il Consiglio per l’assistenza degli accademici rifugiati (Council for Assisting Refugee Academics, CARA) riuscì a garantire a lui e alla sua famiglia i documenti necessari alla permanenza in Regno Unito. Il neurochirurgo arrivò quindi a Oxford il 14 marzo 1939 insieme alla moglie Else Samuel Guttmann e ai loro due figli, Dennis ed Eva. Il CARA riuscì anche a convincere il governo britannico ad elargire alla famiglia Guttmann una rendita economica necessaria al proprio sostentamento.
Nella cittadina inglese, Ludwig poté continuare le proprie ricerche sui traumi spinali presso il Dipartimento di neurochirurgia dell’Ospedale Radcliffe. In piena guerra, nel settembre 1943, il governo britannico chiese a Ludwig di fondare il Centro nazionale per i traumi spinali presso l’Ospedale Stoke Mandeville, nel Buckinghamshire. L’iniziativa venne promossa soprattutto dalla Royal Air Force, l’aeronautica britannica, che credeva che in questo modo si potesse migliorare e velocizzare la riabilitazione dei piloti che avevano subito traumi spinali durante il conflitto. Ludwig ricoprì l’incarico di direttore del Centro dalla sua fondazione fino al 1966.
Il neurochirurgo era fermamente convinto che lo sport potesse essere un metodo efficace per la riabilitazione del personale militare costretto sulla sedia a rotelle, contribuendo non solo alla guarigione fisica dei pazienti dopo eventi traumatici, ma anche ad accrescerne l’autostima. Il 29 luglio 1948, lo stesso giorno dell’inaugurazione dei Giochi Olimpici di Londra, Ludwig organizzò i primi Giochi di Stoke Mandeville per veterani di guerra con disabilità, che si tennero nelle adiacenze del Centro di cui era direttore. Tutti i partecipanti avevano subito dei traumi al midollo spinale ed erano da allora costretti a muoversi grazie all’ausilio di una sedia a rotelle.
Nel 1952 più di 130 atleti provenienti da tutto il mondo avevano aderito ai Giochi di Stoke Mandeville, la cui fama cominciava a propagarsi anche negli uffici del Comitato Internazionale Olimpico (CIO). Nel 1956 il CIO conferì a Ludwig la “Coppa Sir Thomas Fearnley” per il suo” meritevole impegno a servizio del movimento olimpico attraverso la trasmissione di valori sociali e umanitari con le competizioni in sedia a rotelle da lui organizzate”. Tuttavia, affinché i Mandeville Games prendessero la forma definitiva di “Paralimpiadi” mancava ancora un tassello.
Prima dello svolgimento delle Olimpiadi estive di Roma 1960, un altro brillante medico - l’italiano Antonio Maglio - prese ispirazione da Ludwig e dai suoi programmi di sport-terapia. Al contrario dei Mandeville Games, aperti solamente ai paraplegici, Maglio era desideroso di rendere la competizione accessibile a tutti i lavoratori infortunati, ampliando notevolmente in questo modo il ventaglio delle discipline sportive praticate.
Maglio propose poi al suo collega anglo-tedesco (Guttmann aveva ottenuto la cittadinanza britannica nel 1945, ndr) di organizzare i Mandeville Games proprio a Roma, sfruttando in questo modo la kermesse olimpica per dar vita, nelle stesse strutture sportive, ad una competizione riservata ai paraplegici e alle persone con disabilità di tutto il mondo. Com’è noto, il progetto di Maglio e Guttmann riscosse grande successo e da allora le Paralimpiadi vengono organizzate con la stessa cadenza quadriennale delle Olimpiadi.
L’anno seguente, nel 1961, Ludwig Guttmann fondò l’Associazione sportiva britannica per le persone con disabilità, in seguito conosciuta come Federazione inglese di sport per disabili. Nel 1966, invece, la Regina Elisabetta II lo nominò Cavaliere. Sir Ludwig Guttmann morì nel marzo 1980, all’età di ottant’anni, pochi mesi dopo aver patito un attacco di cuore.
Un uomo coraggioso e dotato di grande umanità, distintosi dapprima agli albori della Shoah per il salvataggio di decine di vite durante la "Notte dei Cristalli" e poi come neurochirurgo: se a fine agosto 2024 più di 4mila atleti con disabilità hanno sfilato in Place de la Concorde e negli Champs-Elysées durante la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Parigi, il merito è proprio di Guttmann, oltreché del suo collega italiano Antonio Maglio. Due medici che con le loro intuizioni sono riusciti a trasformare completamente la percezione della disabilità attraverso lo sport, permettendo a migliaia di persone di diventare campioni e campionesse. Una rivoluzione destinata a cambiare per sempre il corso della Storia.
