Atleta australiano, nel momento della protesta di Tommie Smith e John Carlos durante le Olimpiadi di Città del Messico si mostrò solidale con la rivendicazione dei due corridori, appuntandosi alla maglia lo stemma del Progetto Olimpico per i diritti umani e salendo così sul secondo gradino del podio.
Rientrato in patria dopo la gara, dovette affrontare le durissime ripercussioni di un Paese intero, in un momento di forti tensioni e restrizioni dovute all’apartheid contro gli aborigeni. Rifiutò sempre di condannare il gesto di Smith e Carlos in cambio di una riabilitazione nazionale.
Isolato, screditato ed escluso per sempre dalle gare agonistiche nonostante le continue qualificazioni, non ottenne mai un lavoro fisso, nemmeno come insegnante di ginnastica.
Ai margini anche delle Olimpiadi di Sidney del 2000, completamente dimenticato dal suo Paese, morì per un attacco cardiaco nel 2006. Al funerale Tommie Smith e John Carlos portarono sulle spalle la sua bara, salutandolo come un eroe.
Solo nel 2012 il Parlamento Australiano ha approvato una tardiva dichiarazione per scusarsi con Peter Norman e riabilitarlo alla storia.