Johannes Lepsius nasce a Potsdam, in Germania, nel 1858.
Divenuto pastore evangelico, orienta il suo impegno teologico e pastorale in
senso sociale. Nel 1895, in seguito ai primi grandi massacri degli
armeni in Turchia ad opera del Sultano Abdul Hamid, che causarono circa
300.000 vittime, fonda la “Deutsche Orient-Mission” e costruisce, anche
con aiuti americani, gli orfanotrofi per i bambini armeni sopravvissuti
alle stragi. Parallelamente all’impegno umanitario, avvia una
riflessione teorica sul contesto politico, economico e sociale che ha
determinato il massacro degli armeni, la più antica popolazione
cristiana dell’area anatolica. Nel 1896 pubblica lo scritto Armenia ed Europa, una delle prime e importanti documentazioni sugli
stermini del Sultano, alleato di Guglielmo II. Questo libretto, tradotto in varie lingue,
segna l’inizio della notorietà di Lepsius. Per portare soccorso ai
perseguitati armeni istituisce la “Fondazione Lepsius” con numerosi
distaccamenti in Anatolia. Dal 1912 al 1914 promuove azioni diplomatiche
e partecipa a conferenze sulla questione armena, (inserita nel contesto più ampio del rispetto dei diritti umani delle minoranze cristiane
nell’Impero Ottomano), a Costantinopoli, Parigi, Londra, Berna.
All’inizio del genocidio armeno del 1915 ha un drammatico colloquio con Enver Pascià, ministro della guerra del governo dei Giovani Turchi (descritto anche nel romanzo di Franz Werfel I 40 giorni del Mussa Dagh), durante il quale tenta di fermare la macchina della deportazione, senza riuscirvi. Nel 1916 pubblica clandestinamente lo scritto Rapporto sulla condizione del popolo armeno in Turchia, cercando di eludere la censura tedesca, espressione dell’orientamento turcofilo del governo del suo Paese. Alcune copie vengono confiscate ed egli è costretto a rifugiarsi in Olanda, dove continua la sua lotta in favore degli armeni. Ma, ormai, la pulizia etnica in Anatolia era stata portata a compimento. Nel 1919, rientrato in Germania, scrive un altro volume giudicato sino a oggi fonte insostituibile sulla questione armena: Germania e Armenia 1914-1918: raccolta di documenti diplomatici. In esso Lepsius denuncia a chiare lettere la complicità dei tedeschi nel genocidio armeno e documenta la responsabilità della Turchia.
Nel 1921 è testimone a Berlino al processo contro il giovane armeno
Soghomon Tehlirian, l’assassino di Talaat Pascià, il ministro
dell’Interno turco. Anche grazie alla sua testimonianza, Thelirian viene
assolto. Un esito sensazionale che profilava il sorgere di una nuova
materia giuridica, quella dei crimini contro l’umanità.
Nel 1923 inizia i preparativi per la fondazione dell’Accademia Armena a
Potsdam. La sua morte, avvenuta a Merano nel gennaio del 1926 all’età di
68 anni, ha impedito la realizzazione del progetto.
La sua terra tombale è stata tumulata a Yerevan nel "Muro della Memoria"
di Dzidzernagapert il 23 aprile 1998.
Giardini che onorano Johannes Lepsius
Johannes Lepsius è onorato nei Giardini di Duino - Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico e Yerevan.