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Manoch Gorgan (1895 - 1945)

creatore della più grande rete di soccorso Rom in Francia

Manoch Gorgan, detto “Nanoche” nasce l'8 marzo 1895 a Lovanio (Belgio), da una famiglia rom di stagnini che negli anni si sposta tra la Francia e il Belgio. All'età di 18 anni sposa Marra Demestre, figlia di genitori rom francesi, e si trasferisce definitivamente in Francia, dove tutti i membri della sua famiglia - la moglie e gli undici figli - vengono classificati come “nomadi”.

Il decreto del 6 aprile 1940, che imponeva il divieto di circolazione dei “nomadi” sul territorio francese, cambiò profondamente la vita di Gorgan, che fu costretto alla residenza coatta prima a Pierrefort, nella regione del Cantal, e dalla fine del 1943 nella cittadina di Maurs. Né a lui né alla sua famiglia era più permesso di lasciare il comune di residenza, né per rifornirsi né per lavorare: con il suo carrozzone dovette fermarsi nella piazza del mercato.

Con alcuni dei suoi figli si unì alla Resistenza francese, aiutando i prigionieri del campo di internamento di Saliers (riservato ai nomadi), vicino ad Arles: molti sono riusciti a fuggire nascosti proprio da Gorgan, mentre altri hanno ricevuto da lui pacchi di cibo e aiuti, in una delle più grandi reti di soccorso rom della Francia.
Il 12 maggio 1944, alle 6 del mattino, i soldati delle SS della divisione “Das Reich” circondarono la città di Maurs, interruppero le comunicazioni telefoniche e disarmarono i gendarmi, in una operazione di rappresaglia contro la resistenza locale. I tedeschi ordinarono a tutti gli uomini di età compresa tra i 14 e i 60 anni di recarsi nella piazza del paese, e arrestarono otto ebrei, un combattente della resistenza di nome Marius Aymar e quattro “nomadi”: Gorgan, suo figlio e due uomini che si erano rifugiati nella sua roulotte. Dopo l’arresto, Gorgan fu deportato a Neuengamme, vicino ad Amburgo, e da lì trasferito al campo satellite di Hannover-Stöcken.
Quando nell’aprile 1945 il campo venne sgomberato, Gorgan venne caricato su un convoglio diretto a est, insieme ad altri duemila uomini. Il treno fu costretto a fermarsi lungo il tragitto, poiché gli Alleati avevano bombardato e distrutto i binari della ferrovia vicino a Solpke. Per i prigionieri iniziò così la marcia della morte fino a Gardelegen, vicino Hannover, dove il 13 aprile la metà di loro - Gorgan incluso - fu radunata, chiusa in un fienile e arsa viva poco prima dell’arrivo delle truppe americane.

Nonostante il suo ruolo attivo nell’aiuto ai perseguitati, il nome di Manoch Gorgan resta ancora escluso dalla storiografia ufficiale. Basti pensare che nel 1994 a Maurs è stata inaugurata una targa commemorativa della retata del 12 maggio 1944, dove sono riportati i nomi di chi è stato prelevato quel giorno: il nome di Gorgan è ancora assente.

La storia è stata riportata nel libro Rom e Sinti nella Resistenza europea, di Angelo Arlati (UPRE Edizioni, 2022)

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