Zofia “Mamcia” Chojnacka nacque nel 1913 a Trzebieszów, in Polonia, da una famiglia di Polska Roma o rom della pianura. Secondo diverse testimonianze, era una donna molto bella, famosa, un'eccellente indovina, altamente empatica e dotata di un grande cuore.
Nel 1932 sposò Józef Trojanek, da cui ebbe cinque figli. Tra il 1939 e il 1942 rimase a Varsavia con la famiglia. Qui, insieme ad altre donne rom, “Mamcia” nascose e diede rifugio a diversi bambini ebrei, che vennero affidati alle loro cure. Nel 1942, durante una retata nazista nel loro insediamento, i soldati riuscirono a trovare alcuni bambini ebrei, compreso un ragazzo nascosto da Mamcia, e li fucilarono immediatamente. Il resto dei bambini ebrei fu invece scambiato per rom dai nazisti, e riuscì così a evitare l'esecuzione.
Il figlio di Zofia, Jan, ha ricordato: “Gli ufficiali ci hanno riuniti nella piazza del quartiere Grochów di Varsavia. Hanno sparato a 30 rom uomini, donne e bambini. Poi, hanno portato gli altri, incluso mio padre, al campo di sterminio di Treblinka”.
“Mamcia” riuscì a sopravvivere. Il marito, nonostante fosse riuscito a fuggire da Treblinka a Varsavia, morì dopo pochi giorni. Sofia lo seppellì in città, e gli rimase fedele per sempre, senza mai risposarsi.
Anche quando venne inviata nel ghetto di Siedlce, la donna ha continuato a prestare il suo aiuto ai bambini che le venivano affidati dai genitori. In questo modo, salvò 30 piccoli ebrei e rom dallo sterminio. Avvertita dell’imminente liquidazione dei rom, “Mamcia” riuscì a lasciare il ghetto insieme ai suoi familiari ancora in vita. Si rifugiarono nella foresta, insieme ai partigiani, e i più giovani aderirono al movimento di resistenza.
Durante la guerra, la donna si sposto nella regione di Rzeszów, dove continuò a salvare bambini, recandosi nei luoghi dei pogrom per cercare i piccoli sopravvissuti e rimasti orfani.
Zofia morì nel 1986. Purtroppo non ha potuto ricevere alcun riconoscimento per le sue gesta, a quel tempo note solo all’interno della sua famiglia.
La storia è stata riportata nel libro Rom e Sinti nella Resistenza europea, di Angelo Arlati (UPRE Edizioni, 2022)