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Il cardinale che si battè come un leone contro lo sterminio dei disabili

storia di Clemens August von Galen

Clemens August von Galen nasce il 16 marzo 1878 da una nobile famiglia tedesca. In seguito a una brillante carriera ecclesiastica, diventa vescovo il 28 ottobre 1933, poco dopo l'ascesa di Hitler. Grazie al suo coraggio, che gli vale l'appellativo di "leone di Münster", arriva a rappresentare non solo la diocesi di questa città della Westfalia, ma anche la popolazione tedesca contraria al nazismo.
Il suo motto episcopale è "nec laudibus, nec timore": non farsi distogliere dall'adempimento dei suoi compiti né dalle lusinghe degli uomini, né dal timore degli ostacoli o dei potenti.

Fin dall'inizio, von Galen è un avversario politico di Hitler. Tuttavia il suo nemico immediato sono le teorie del filosofo Alfred Rosenberg, guida dottrinale del nazismo, che teorizza la purezza della razza ariana. 

Nonostante il tentennamento di molti vescovi di fronte all'ascesa del nazismo, von Galen non si ferma. Nel 1937 prende parte alla stesura dell'enciclica Mit brennender Sorge (Con Ardente Preoccupazione), diffusa in tutta la Germania, nonostante il Terzo Reich l'avesse proibita. 

Con lo scoppio della guerra, i seguaci di Hitler inaugurano il piano noto come  Aktion t4, un progetto inserito nel sistema sanitario del Reich che fa sì che alla nascita di ogni bambino, oppure all'arrivo in ospedale di ogni malato con problemi genetici o malattie che lo rendono non conforme ai criteri della razza ariana, il soggetto venga segnalato a una commissione di medici. Questi dottori convincevano le famiglie a consegnare il loro parente alle autorità per farlo entrare in un programma di “riabilitazione”, presentato come rischioso per la vita del paziente ma oggettivamente necessario. I degenti furono tutti eliminati, in un modo che prefigurava lo sterminio degli ebrei: interi reparti ospedalieri furono deportati in centri dove i degenti venivano eliminati con iniezioni endovenose di sostanze letali.
I nazisti designavano ciò con il termine “eutanasia sistematica”, diretta agli elementi considerati "improduttivi", malati psichici o fisici. 

Von Galen recita allora tre differenti omelie contro questa barbarie. Domenica 13 luglio 1941, il cardinale denuncia davanti a tutti i fedeli i crimini nazisti.In questa occasione paragona i cattolici che si rifiutano di sottostare alle leggi hitleriane a un'incudine percossa incessantemente dal martello:

“Noi siamo incudine e non martello. Rimanete forti e irremovibili come l’incudine sotto l’imperversare dei colpi che si abbattono su di noi, nella dedizione sconfinata al popolo e alla patria. Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini”.

L’omelia del 3 agosto dello stesso anno è ricordata come quella “dell’eutanasia”. Secondo lo stesso Goebbels, “è l’attacco frontale più forte sferrato contro il nazismo nel corso della sua esistenza”. Si tratta di uno dei pochissimi casi di scontro aperto tra un oppositore e Adolf Hitler, in cui Von Galen si esprime così: 

“Questa terrificante dottrina cerca di giustificare l'assassinio di uomini innocenti e di conferire sanzione legale all'omicidio sistematico di invalidi, menomati, incurabili e inabili. Ho scoperto che la pratica qui in Westfalia consiste nel compilare liste di pazienti, che vengono poi deportati altrove in quanto "cittadini improduttivi", e dopo un certo periodo vengono messi a morte. […] Semplicemente perché secondo qualche dottore, o per la decisione di qualche commissione, essi non hanno più diritto di vivere perché sono "cittadini improduttivi". L'opinione è che siccome non possono più guadagnare, sono macchine obsolete, paragonabili a una vecchia mucca che non dia più latte o a un cavallo azzoppato. Che cosa accade alle macchine e alle bestie improduttive? Vengono distrutte. […] Qui stiamo parlando di esseri umani, dei nostri vicini, fratelli e sorelle, poveri e invalidi... Improduttivi, forse! Ma hanno forse perso il diritto di vivere? Voi o io abbiamo diritto a vivere solo perché siamo "produttivi"? Una volta che ammettiamo il diritto ad assassinare le persone improduttive... allora nessuno di noi può essere sicuro della propria vita. Noi non saremo alla mercé di alcuna commissione che possa mettere un uomo sulla lista degli improduttivi”.

Galen passa poi a condannare i nazisti che onorano falsi dei, come "lo Stato, la nazione e la razza". Netto è il giudizio sulla loro blasfemia, sul loro non rispetto dei comandamenti, e su di loro il cardinale richiama anche la "giusta punizione divina".

Le omelie del cardinale incontrano l'opposizione feroce di molti tedeschi seguaci del Führer. Oltre 600 cattolici sono perseguitati, e 37 inviati nei lager. Ma gli Alleati fanno molte copie di questi discorsi, distribuendoli per la propaganda antinazista sul fronte russo. Molti soldati cattolici si rifiutano di andare in combattimento, e Hitler si trova costretto a bloccare il piano Aktion t4 e sospendere il programma di eutanasia per i disabili psichici e fisici.

Von Galen continua fino alla fine a lottare per i suoi cittadini. Nel 1946, poco prima della sua morte, sarà autore del testo Esigenze fondamentali per una ricostruzione politica, sociale e spirituale della patria tedesca. Nonostante il mancato appoggio ufficiale di molti vescovi della Conferenza episcopale del suo Paese, il Leone di Münster - beatificato nel 2005 da Papa Benedetto XVI - verrà appoggiato fino alla fine dai suoi fedeli.

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