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​La forza degli uomini: l’esempio di Papa Francesco

di Gabriele Nissim

È la politica che salva l’umanità o l’umanità che cambia la politica?

Intendo per umanità il comportamento di quegli uomini che sono capaci di uscire dal proprio ego, di provare gioia quando si mettono dal punto di vista degli altri e che hanno il coraggio di uscire a testa alta quando viene messa in discussione la pluralità umana.

Qualche volta uomini coraggiosi come Winston Churchill in Inghiterra sono stati capaci di dare un sussulto alla politica e di chiamare l’Europa alla resistenza contro il nazismo, quando prevaleva un atteggiamento di resa e la maggior parte del continente si piegava al dittatore tedesco.
Hitler si aspettava di venire rapidamente a patti con la Gran Bretagna e di avere via libera per il dominio in Europa.
Churchill, invece, nel giugno del 1940, dichiarò al parlamento inglese che il suo Paese non avrebbe capitolato di fronte all’arroganza tedesca e invitò la nazione a resistere ai bombardamenti della Luftwaffe. Nacque così la vittoria della Royal Air Force sui cieli di Inghilterra che fu la premessa della creazione di una coalizione di alleati (Russia, Stati Uniti, Inghilterra) contro la Germania.

Altre volte, quando tutto è andato storto al tempo dei campi e delle leggi razziali, sono stati i singoli esseri umani a diventare supplenti alla degenerazione della politica e hanno cercato nelle loro possibilità di diventare argine nei confronti del male. È così è successo che in quel vuoto terribile sono stati gli uomini Giusti che hanno ricostruito, mattone dopo mattone, quell’idea di umanità che gli ideologi dei genocidi avevano cercato di distruggere. Senza di loro non conosceremmo l’Europa di pace che abbiamo conosciuto fino ad oggi dopo la fine dei totalitarismi.

La politica è potuta ripartire perché uomini come Dimitar Peshev, Raoul Wallenberg, il console cinese Ho Feng Shan avevano salvato migliaia di ebrei durante il nazismo, e altri come Andrej Sacharov, Aleksandr Solženicyn, Václav Havel non si erano arresi ai gulag e alle menzogne del totalitarismo e avevano cercato di preservare il valore della dignità umana.

Di fronte alla confusione che si respira nel mondo di oggi, con il ritorno dei nazionalismi, la ripresa della corsa agli armamenti, la paura dell’altro che si manifesta nel rigetto dei migranti, quella voglia terribile di dire che il mondo si aggiusta soltanto chiudendosi nel proprio ego, nella propria nazione, nella propria regione mettendosi gli uni contro gli altri c’è invece qualche cosa che ci può salvare: è la fiducia negli esseri umani.

Può sembrare un paradosso pensare che gli uomini possono fare la differenza, quando invece vediamo che la politica è in mano a leader di così bassa levatura come Trump e Putin e che sono pochissime le elite politiche in grado di farci pensare ad una rigenerazione morale; o quando ci accorgiamo che troppo spesso la gente si chiude nel proprio egoismo e preferisce rassegnarsi agli eventi, come se non ci fosse nulla da fare.

Invece ci vorrebbe molto poco per impedire che il mondo prenda una cattiva direzione.

Siamo troppo spesso abituati a pensare che esista un determinismo nella storia, che i singoli con le loro scelte contano poco, che la nostra vita quotidiana non abbia nulla a che fare con la storia del mondo.

Di tutt’altro avviso erano Hannah Arendt e Václav Havel, che sostenevano che le azioni degli esseri umani sono gli unici miracoli possibili su questa terra, che possono mettere in moto delle forze insperate.

L’azione di un uomo singolo ha lo stesso effetto della natalità. Ogni volta può introdurre qualche cosa di nuovo su questa terra. La scelta coraggiosa di un individuo può determinare un nuovo inizio.
Non esiste un attimo della nostra esistenza in cui non si possa ricominciare.

Qualche giorno fa ho avuto il privilegio di incontrare Papa Francesco.

Mi ha sorpreso per due cose fondamentali. Non aveva nulla del portatore di una verità assoluta, anche se lo si definisce come il vicario di Dio. Era invece un uomo che con i suoi gesti ama mostrarsi del tutto simile a noi. Ma ancora più sorprendente era il suo ottimismo. Credendo fermamente nell’essere umano, anche se può sembrare un paradosso per un uomo di chiesa, trasmetteva un grande ottimismo per le potenzialità di tutti gli individui.

Nulla è impossibile. Ecco perché oggi, nella confusione del dopo elezioni, dove sembra di vivere un clima da Repubblica di Weimar, dove forze contraddittorie sembrano portarci verso lidi sconosciuti, nulla è scontato se si ha il coraggio di credere in un futuro di pace, di condivisione e di dialogo con tutti gli esseri umani.

Come spiegava bene Baruch Spinoza, la forza dell’esempio e dell’emulazione può cambiare le carte in tavola e diventare una grande forza di attrazione.

Ecco perché bisogna alzarsi in piedi con la schiena diritta.

I Giusti che ricordiamo in questa Giornata ci insegnano ad avere coraggio.

Gabriele Nissim

Analisi di Gabriele Nissim, Presidente Fondazione Gariwo

13 marzo 2018

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