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I Giusti del dialogo al Monte Stella

per la Giornata europea dei Giusti

Riccardo Noury, Hamadi ben Abdesslem, Pinar Selek, Lassana Bathily e Klas Smelik

Riccardo Noury, Hamadi ben Abdesslem, Pinar Selek, Lassana Bathily e Klas Smelik

“Sono orgoglioso di partecipare per la prima volta come sindaco a questa iniziativa che rende omaggio a donne e uomini di tutto il mondo. È una cerimonia che evoca fatti dolorosi, ma anche e soprattutto gesti di solidarietà che fanno bene a tutti noi e ci spingono a guardare con fiducia al futuro. Siamo quindi intenzionati a supportare questa iniziativa affinché trovi spazio in tante città del mondo, come ad esempio Parigi. Fino a ieri mi trovavo a Chicago con la sindaca Hidalgo, e posso dire che lavoreremo affinché anche Parigi possa ospitare un Giardino”. Con queste parole il sindaco di Milano Beppe Sala ha aperto la cerimonia al Monte Stella, dedicata ai Giusti del dialogo, momento conclusivo delle celebrazioni della Giornata europea dei Giusti.

“Il senso a mio avviso è di voler ricordare parsone normali, come tutti noi - ha proseguito Sala - perché tutti noi possiamo essere chiamati a fare della nostra quotidianità, della nostra normalità, un momento di testimonianza forte. Come dimostrano le storie dei Giusti, infatti, a volte la vita ci costringe a prendere una decisione, a essere testimoni di quello che abbiamo dentro”.

Spetta invece al presidente di Gariwo Gabriele Nissim portare il messaggio della Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli: “La storia ci insegna che l’orrore della violenza dell’uomo sui propri simili non ha confini e non si arresta neanche di fronte agli insegnamenti del passato. Per le nostre ragazze e i nostri ragazzi, dunque, è importante sin dalla più tenera età comprendere il valore dell’impegno, della solidarietà, dell’accoglienza, del sacrificio individuale per il bene comune. Per questo, giornate, luoghi, iniziative come quelle dedicate ai Giusti sono importanti e vanno sostenute, diffuse, promosse prima di tutto nelle scuole. È un impegno che dobbiamo assumerci e perseguire tutti insieme”.

Le parole della Ministra sono rivolte alle centinaia di studenti che come ogni anno si riuniscono per la cerimonia al Monte Stella. Un appuntamento che raccoglie ragazzi di ogni età, scuole di ogni ordine e grado e tanti cittadini, per rendere omaggio ai Giusti.

I Giusti onorati in occasione della Giornata europea sono stati presentati dalla direttrice di Gariwo Ulianova Radice: Raif Badawi, Hamadi ben Abdesslem, Lassana Bathily, Etty Hillesum e Pinar Selek.

A nome del blogger saudita condannato a mille frustate - 50 delle quali eseguite - per la sua battaglia in favore di una società libera, era presente Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Raif Badawi ha sfidato la paura. La paura del pensiero libero, di un’opinione indipendente, di una voce critica che nel suo Paese, l’Arabia Saudita, non trovano spazio. La sua famiglia vive nell’esilio canadese. Immaginate i tre figli che da più di tre anni non vedono il padre e sanno che non lo rivedranno presto. Immaginate sua moglie Ensaf, che non cede al dolore e all’angoscia perché deve proteggere i piccoli. Raif Badawi è stato dimenticato. Il suo Paese è di grande importanza strategica, è definito moderato e utile contro il terrorismo e, soprattutto, è un florido mercato per le nostre armi. "Moderazione" e utilità" sono smentite dai fatti. Ma i fatti basta ignorarli. Se li ignori, non esistono. Come non esiste, se non per pochi, Raif Badawi. Per questo, è importante ricordarlo oggi e in un modo così bello”.

Dopo l’incontro a Palazzo Marino il 14 marzo - quando per la prima vola a due anni dall’attentato del 18 marzo 2015 i turisti sopravvissuti hanno rivisto la guida che li ha salvati al Museo del Bardo di Tunisi - Hamadi ben Abdesslem è tornato ad esprimere la sua gratitudine e la sua emozione. “Trovarmi a Milano oggi per la cerimonia al Monte Stella ed essere onorato come Giusto è per me una grandissima soddisfazione. Ho realizzato che dentro di me si sta sviluppando una cosa bellissima, la gioia di vivere per dare il via a un impegno di responsabilità nella lotta contro ogni forma di odio. Vorrei condividere con voi quello che è scattato in me dopo quello che ho vissuto al Bardo, ma soprattutto dopo il riconoscimento di Gariwo nei miei confronti. Mi hanno cercato e hanno riconosciuto me, Hamadi, una guida turistica araba musulmana in Tunisia, come Giusto. E poi hanno cercato le persone che ho salvato, e hanno permesso questo incontro. Una cosa meravigliosa…”.

Simile a quella di Hamadi è la storia di Lassana Bathily, il giovane del Mali che ha salvato i clienti ebrei durante l’attentato all’Hyper Cacher di Parigi. “Sono molto felice di essere tra voi oggi. Noi giovani dobbiamo conoscerci meglio… Senza parlarsi, senza conoscersi, la gente si guarda con sospetto, e questo non è possibile. Per me non ci sono i neri da una parte e i bianchi dall’altra, ci sono solo gli esseri umani che devono vivere insieme sullo stesso pianeta. Dobbiamo rimanere mano nella mano per lottare contro ogni forma di razzismo. Bisogna soprattutto pensare al futuro, cioè ai più giovani. Bisogna dare una possibilità ad ogni ragazzo, qualunque sia la sua origine, la sua religione, il colore della sua pelle. È attraverso l’educazione che potremo migliorare il vivere insieme per domani”.

Giusti per il dialogo, quindi, e contro l’odio, come Etty Hillesum, la giovane ebrea deportata nei campi di sterminio che ha creduto fino all’ultimo nella capacità umana di scegliere il bene, rifiutandosi di assimilare un intero popolo all’immagine del male. A ricordare Etty, il direttore del Centro Ricerche a lei dedicato, Klaas Smelik. “Dal suo diario risulta quanto Etty Hillesum avesse a cuore le generazioni future. Pensava che dovessero partire dalle sue esperienze di donna ebrea durante gli anni delle persecuzioni. Tocca a loro, disse con enfasi, sviluppare nuovi pensieri. Ora ci chiediamo: sono arrivati questi nuovi pensieri? Oppure sono tornati quei vecchi dell’antisemitismo che minacciano gli ebrei in Europa? Non possiamo ricordare i morti e nel contempo rimanere passivi. Ricordare mi chiede di agire, di osservare ciò che succede nel mondo. Chi sono gli esclusi dei nostri tempi? Dove si predica l’odio?”.

A richiamare l’attenzione su ciò che succede oggi nel mondo, le parole di Pinar Selek, la sociologa turca impegnata nella difesa delle minoranze curda e armena, perseguitata, torturata e costretta all’esilio in Francia. “Essere riconosciuta come una Giusta - ha dichiarato Pinar - è un grande onore per me. È un messaggio molto forte per quelli e quelle che resistono contro la barbarie. Gli attori e le attrici di questa lotta ci chiamano a non abituarci all’ingiustizia. Ci dicono che il genocidio degli armeni non è un evento storico, ma attuale. Non solo rende invivibile il Paese per gli armeni e le altre comunità, ma nutre anche il regime autoritario che rappresenta un grande pericolo per il mondo intero. Rendo quindi omaggio a questa lotta di giustizia per un mondo dove non ci sia bisogno di Giusti”.

Chiude la cerimonia Giovanni Bloisi, il ciclista della memoria, che il 21 marzo alle ore 15.30 sarà al Giardino dei Giusti di Milano per una tappa del suo viaggio che da Varese lo porterà allo Yad Vashem di Gerusalemme, per la memoria di Sciesopoli ebraica e dei bambini di Selvino. 

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