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Davi Kopenawa (1956)

rappresentante della comunità Yanomami, ha coraggiosamente protetto le terre, la cultura e insieme la vita dei suoi popoli indigeni

Davi Kopenawa, oggi uno dei leader indigeni più rispettati in Brasile, nasce intorno al 1956 a Marakana, una comunità yanomami sul fiume Toototobi nello Stato brasiliano dell’Amazzonia. La vita di Kopenawa è da subito molto dura, molti membri della comunità e della sua famiglia, inclusa la madre, muoiono a causa delle epidemie portate nella regione dai missionari nordamericani. Similmente, negli anni ’70 la comunità soffre anche delle malattie portate dai lavoratori impegnati nella costruzione della strada attraverso le terre Yanomami voluta dal governo militare. Questa esposizione, continuata anche negli anni successivi, a malattie portate dall’esterno e alla violenza degli sfruttatori di queste terre ricche di risorse naturali - come i cercatori d’oro - ha decimato la popolazione e rappresenta una grave minaccia sia per la biodiversità che per l'esistenza stessa delle popolazioni indigene.

Kopenawa ha un ruolo fondamentale, esercitando personalmente pressioni sui funzionari brasiliani compresi alcuni presidenti, nella protezione legale degli Yanomamiland e riesce a far riconoscere ufficialmente al governo brasiliano questo territorio per anni depredato e sottratto ai suoi abitanti. Lo fa insieme a Survival International e alla Commissione Pro-Yanomami poco prima del primo Summit della Terra delle Nazioni Unite a Rio de Janeiro nel 1992. Coprendo oltre 96.600 chilometri quadrati, l’area è uno dei più importanti serbatoi di diversità genetica del pianeta e ospita circa 35.000 Yanomami.

Nonostante questo passo avanti però, qualche anno dopo nel 1993, un gruppo di minatori entra nel villaggio yanomami di Haximu, massacrando la comunità. Un tribunale brasiliano condanna successivamente cinque dei minatori colpevoli con l’accusa di genocidio, per il loro ruolo nel massacro, riaffermato nel 2006 dalla Corte suprema federale brasiliana. Kopenawa svolge un ruolo di primo piano nel portare avanti il caso e come testimone durante il processo. “Non dimentico mai il massacro di Haximu” ha dichiarato a Survival Kopenawa. “I cercatori d’oro hanno ucciso sedici Yanomami e poi sono ritornati, gli stessi uomini… Siamo indignati perché non sono mai stati puniti”.

Insieme ai leader di 11 comunità yanomami in Brasile, Kopenawa fonda nel 2004 l'Associazione Hutukara Yanomami, di cui è presidente. "Hutukara" significa "la parte del cielo da cui è nata la terra" nella lingua yanomami. L'organizzazione si occupa di dar sempre più voce agli Yanomami a livello nazionale, consentendo loro di difendere insieme i propri diritti. Parte del progetto, che Kopenawa ha pensato anche per accrescere la consapevolezza dei giovani della sua comunità rispetto alla propria terra, sono programmi di istruzione (sono nate dozzine di scuole nella foresta pluviale), comunicazione e mappatura dei luoghi. Kopenawa ha ricoperto e ricopre un ruolo essenziale nell'unire le comunità indigene per resistere ai minatori, agli allevatori e ad altri potenti interessi che distruggono le terre e i mezzi di sussistenza degli Yanomami a scopo di lucro. Lavora anche per conservare la foresta pluviale e le conoscenze della sua comunità per abitare in modo sostenibile queste terre enormemente minacciate dal cambiamento climatico e dal declino della biodiversità. "Con la nostra conoscenza e il nostro sciamanesimo, noi Yanomami stiamo lavorando per preservare l'Amazzonia, non solo per noi stessi ma per tutta l'umanità".

Kopenawa si impegna anche in campo sanitario, aiuta la Commissione Pro-Yanomami a creare l'organizzazione medica Urihi negli anni '90. Urihi ha formato operatori sanitari yanomami e ha ridotto con successo i tassi di malattie infettive portando i medici direttamente nelle comunità.

Nel 2019, Kopenawa e la Hutukara Yanomami Association hanno ricevuto il Right Livelihood Award a Stoccolma. Il premio arriva in un momento in cui le minacce agli Yanomami e ad altre popolazioni indigene in Brasile sono di nuovo in aumento. Bolsonaro minaccia
la “riappropriazione” dei territori riconosciuti agli indigeni e sono aumentati gli attacchi violenti alle comunità e le invasioni delle terre da parte di depredatori. Tutto ciò denunciato a gran voce da Kopenawa, Hutukara e delle associazioni regionali di Yanomami. Con l’emergenza Covid-19, inoltre, la situazione è precipitata e le tribù indigene rischiano l'estinzione.

Kopenawa è anche l'autore del primo libro in assoluto scritto da uno Yanomami, "The Falling Sky: Words of a Yanomami Shaman" ed è stato eletto per entrare a far parte dell'Accademia brasiliana delle scienze nel 2020.

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