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Sul futuro di Gariwo: Educare alla scelta del bene

di Antonio Ferrari

Un'immagine della riunione degli ambasciatori e dei collaboratori di Gariwo ai Bagni Misteriosi

Un'immagine della riunione degli ambasciatori e dei collaboratori di Gariwo ai Bagni Misteriosi

Assai interessante e avvincente la riunione degli ambasciatori e dei collaboratori di Gariwo ai Bagni Misteriosi, annessi al Franco Parenti, convocata e guidata dal fondatore di Gariwo Gabriele Nissim. Mi sono trovato a mio agio, perché alla tentazione del rituale si è sovrapposto il desiderio e la volontà di dar vita a un franco scambio di opinioni. “Franco”, come insegnano i diplomatici di carriera, significa schietto e a volte assai duro.

Mi hanno convinto numerosi interventi, a cominciare da quello del fondatore, che ha insistito su due concetti: l’identità e la responsabilità, come binari insostituibili per spiegare che cosa intende Gariwo con i suoi Giardini dei Giusti, e con la loro stella cometa: il Giardino principale, che brilla sul Montestella di Milano. Nissim è un roccioso sognatore, ma è anche concreto e realista. È un uomo che non si nasconde le difficoltà. Mentre non è arduo continuare a celebrare chi ha ascoltato la coscienza nel passato, e ha compiuto gesti profondamente umani per proteggere e sostenere chi era vittima della più feroce ingiustizia, è più difficile individuare i Giusti di oggi, adeguando la ricerca alle convulsioni di un mondo nel quale sembrano saltate quasi tutte le certezze. C’è chi, nella discussione, ha parlato di dignità e di coraggio delle “minoranze” da opporre ai deliri e alle scelte discutibili di “maggioranze” superficiali e impaurite.

Alcuni, e in particolare Anna Foa, hanno parlato dell’impegno prezioso e insostituibile dell’educazione. C’è chi ha insistito sostenendo che i Giardini dei Giusti dovrebbero diventare “pietre d’inciampo” della scelta del bene. A me convince molto di più quanto ha detto un giovane ambasciatore di Gariwo sostenendo che i ragazzi, i giovanissimi, che sono molto più assetati di sapere di quanto immaginiamo, sono e diventeranno le vere e vive “pietre d’inciampo” per vincere l’indifferenza dei genitori, insomma di coloro che continuano a manifestare fastidio per gli esempi più nobili.

Sulla diffusione dei Giardini ho idee molto personali. Più che riempire la cartina geografica di crocette meritorie, sarei favorevole a consolidare quelli che già esistono e scegliere i nuovi appena si coglie la possibilità di realizzare un obiettivo partecipato e condiviso. Rifiuto per principio la scelta dei Giusti sulla base delle divisioni e delle censure incrociate di un particolare territorio. Parlo in particolare del mondo arabo, che conosco abbastanza bene. All’idea di aprire un nuovo Giardino tollerato, e temo presto dimenticato, antepongo una fase di preparazione accurata, nel nome e con il valore dell’educazione alla scelta del bene. 

Antonio Ferrari

Analisi di Antonio Ferrari, editorialista del Corriere della Sera

23 luglio 2019

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