Don Mussie Zerai Yosief, immigrato in Italia giovanissimo, è un sacerdote eritreo che ha speso e continua a spendere la propria vita per aiutare e salvare i più deboli e indifesi. Da oltre vent’anni è schierato dalla parte dei profughi, tra i lager in Libia, i centri di raccolta nei paesi di transito e lungo le vie di fuga fino alle cancellerie e istituzioni di tutta Europa.
Don Zerai è arrivato in Italia da Asmara, capitale dell’Eritrea, nel 1992, appena diciassettenne. L’urgenza di agire per migliorare la vita degli ultimi e la vocazione religiosa si muovono nella sua vita parallelamente e si alimentano reciprocamente: prima ancora di prendere i voti, infatti, si prodiga per migliorare la vita dei rifugiati. Inizialmente si arrangiava nell’assistenza ai migranti che affollavano la Stazione Termini di Roma. Con il tempo, però, e l’esperienza, l’efficacia delle sue azioni si è perfezionata fino alla costituzione dell’Agenzia Habeshia, ‘salvagente degli immigrati’.
Questa realtà, di cui Don Zerai è il fondatore, è diventata nel tempo un punto di riferimento a livello internazionale perché è tra le poche a occuparsi della condizione dei migranti a più livelli e su più fronti: dai lager in Libia, alla traversata del Sahara e del Mediterraneo, dando voce alle “non persone” lottando per la rivendicazione dei loro diritti nelle istituzioni e e cancellerie di tutta Europa. L’organizzazione garantisce inoltre a migranti e rifugiati assistenza amministrativa, legale, formazione specialistica ed è molto attiva e attenta nel denunciare le violazioni dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Libia, Egitto, Tunisia, Eritrea, Etiopia, Sudan, Gibuti, Yemen, Israele e Europa.
Tutto è iniziato quando, nel 2003, il sacerdote eritreo ha dato il proprio numero di cellulare ad alcuni migranti, dopo aver aiutato un giornalista italiano imprigionato in Libia. Quello è stato l’inizio di un paradigma che negli anni gli ha permesso di salvare la vita di moltissimi migranti. Da allora il telefono di Don Mussie Zerai non smette di squillare mai e il suo numero è inciso sui muri di una delle prigioni di Misurata, come ancora di salvezza per chi vi è rinchiuso.
“L’angelo dei profughi”, appellativo con cui spesso viene definito dai media, non si è fermato né davanti alle accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina né alla campagna denigratoria condotta dal regime eritreo, che ostacola il suo operato a causa delle migliaia di profughi in fuga. Nonostante gli attacchi, il sacerdote sceglie di continuare la sua missione.
Recentemente, dopo lunghe indagini, tutte le accuse sono cadute.
Nel 2015 Don Dr. Mussie Zerai Yosief è stato candidato al Nobel per la pace e ha ricevuto molti premi e riconoscimenti internazionali per la sua lotta dal grande valore umano: nel 2016 è stata assegnata al prete eritreo la Colomba d’oro per la pace internazionale e nel 2017 ha ricevuto il Premio MUNDO NEGRO alla Fraternità 2017, per le operazioni di salvataggio di migranti nel Mediterraneo di Habeshia.
Segnalato da Emilio Drudi