
Nato nel 1934 a Drežanj, nel comune di Nevesinje in Bosnia Erzegovina, fin da giovane svolse la professione di poliziotto in quel distretto.
Di etnia serba, durante la guerra - in particolare tra giugno e luglio 1992 -, organizzò la fuga di diversi civili musulmani che erano stati espulsi dai loro paesi ed erano rinchiusi nelle stazioni di polizia di Nevesinje e nei campi di concentramento circostanti in Erzegovina orientale.
Nel luglio 1992, Ivković salvò tre ragazzi della famiglia Ćatić: Iran, di 11 anni (nato nel 1980), Džemal, di 12 anni (1979), Irfan di 11 e Dženis di 8 (1984), facendoli scappare dalla stazione di polizia di Nevesinjee, aiutandoli a fuggire in territorio libero. Nello stesso mese, riuscì a mettere in salvo prima i due bambini, di 6 mesi e 3 anni, della signora Nura Mičijević rilasciandoli dalla stazione di polizia e aiutandoli a scappare in territorio libero, poi la stessa Nura, che si ricongiunse ai propri figli.
Nella medesima occasione salvò anche, con la stessa modalità, due signore anziane.
Testimoni raccontano che, dal primo all'ultimo giorno del conflitto, Djuro ha scelto di vivere seguendo un grande principio: "in guerra, la cosa più importante è salvare la propria integrità e proteggere la famiglia".
Andato in pensione al termine della guerra, morì per le conseguenze di un ictus il 17 maggio 2008. Nel 2009 a lui e alla sua famiglia è stato conferito il premio “Duško Kondor” al Coraggio Civile, promosso da Svetlana Broz con Gariwo Sarajevo.
La biografia è tratta dall’archivio del Premio Dusko Kondor per il Coraggio Civile. Ringraziamo Svetlana Broz per il materiale fornito alla redazione.
Giardini che onorano Djuro Ivkovic
Djuro Ivkovic è onorato nel Giardino di Padova.