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"Liberate il prigioniero di coscienza Raïf Badawi"

la moglie Ensaf Haidar scrive a Macron

In questi giorni il principe saudita bin al Salman ha visitato gli Stati Uniti e l'Europa e ha incontrato i principali capi di Stato, oltre che alcuni personaggi pubblici come Rupert Murdoch e Oprah Winfrey.

Tuttavia, il retroscena di questi incontri ad alto livello con un principe dall'immagine riformista e moderata è che in Arabia Saudita si soffrono ancora il carcere e le frustate solo per aver esercitato la propria libertà d'opinione. Addirittura Raïf Badawi, onorato al Giardino dei Giusti di Milano, di frustrate ne ha già prese 50 e ne rischia 1000. Solo per avere auspicato, nel suo blog Free Saudi Liberals, uno Stato moderno e laico. 

La moglie Ensaf Haidar, che da cinque anni è rifugiata politica in Canada, non poteva dunque rimanere in silenzio durante le visite. Si è appellata prima a Justin Trudeau e poi a Emmanuel Macron affinché non dimenticassero di sollevare il caso davanti al principe. 

La situazione di Badawi e della sua famiglia è drammatica. Secondo Huffington Post, un diplomatico saudita avrebbe suggerito a Ensaf Haidar di cercare di ottenere il perdono del suocero, il padre dell'uomo, che addirittura si era dichiarato favorevole alla sua morte, esprimendo totale disprezzo per la sua persona e i suoi scritti ritenuti "blasfemi". Anche se fosse possibile, questa non sarebbe tuttavia una strada utile, perché tutti gli osservatori competenti fanno notare che si deve muovere la politica, e che la salvezza di Raif non dipenderà dal benvolere dei suoi parenti.

Riportiamo alcuni passi della lettera: "Mio marito, Raïf Badawi, 34 anni, padre dei nostri tre figli Najwa (14 anni), Dodi (13 anni) et Miriyam (10 anni), è in prigione in Arabia Saudita dal 2012. Isolato dal mondo, tagliato fuori dalla sua famiglia, soffre terribilmente ogni giorno di più. Eppure tutti sanno che questo blogger, questo libero pensatore, questo intellettuale coraggioso non è un criminale. Proprio al contrario".

Ensaf continua ricordando l'impegno di Raïf nel sostenere la partecipazione attiva delle donne alla vita civile e sociale del Paese, dell'uguaglianza di trattamento di tutti i portatori di convinzioni spirituali e filosofiche, "temi sensibili che oggi vengono dibattuti in Arabia Saudita, grazie all'apertura instillata dal giovane principe ereditario, Mohammed Bin Salman".

"Raïf, come i caricaturisti e giornalisti di Charlie Hebdo che sono stati puniti per avere esercitato il diritto umano fondamentale della libertà d'espressione, ha pagato un prezzo esorbitante, difendendo i valori e le regole di una grande civiltà umanista, che rispetta la dignità umana e promuove i diritti e le libertà individuali". 

Ensaf, prima di concludere con un appello per la liberazione del marito, ha ripercorso nella lettera la terribile vicenda legata alla flagellazione del marito, quasi una pena medievale, in un Paese che oggi avoca a sé un ruolo attivo nella politica internazionale. 

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