Resistenza mafia
Don Pino Puglisi Giusto al Giardino di Vignate
Per il terzo anno consecutivo l'Istituto Comprensivo di Vignate ha celebrato la piantumazione di un albero dedicato a un Giusto. Lo scorso 8 giugno, alla presenza dei genitori e del Dirigente Scolastico, la dott.ssa Daniela Spanò, i ragazzi hanno piantato un albero di ulivo in memoria di padre don Pino Puglisi, il primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia.
La porta aperta di Felicia
Felicia non c’è più da dieci anni, ma la sua forza, la sua ironia, la lucidità delle sue osservazioni rimangono nel ricordo degli amici, e il suo sorriso accoglie i visitatori della sua casa che, per sua volontà, è rimasta aperta ed è diventata Casa Memoria. Un santuario laico.
"Il mio Peppino Impastato"
"Quando ho interpretato Peppino Impastato da bambino, non ero consapevole della responsabilità e del significato profondo di questa vicenda". La testimonianza di Lorenzo Randazzo, interprete del giovane Peppino ne I cento passi di M.T. Giordana
I due lupi in ognuno di noi
L'intervento di don Alessandro Andreini, docente di cattolicesimo alla Gonzaga University di Firenze, al Forum internazionale Migranti e profughi di Agrigento, durante il quale è stato dedicato un albero a don Pino Puglisi.
L'albero di don Puglisi nella Valle dei Templi
Editoriale di Gabriele Nissim, presidente di Gariwo
Non esiste al mondo un sito archeologico come la Valle dei Templi di Agrigento dove si possa avvertire con così grande intensità il fascino della civiltà greca. Quando si sale dal tempio di Eracle al tempio della…
Un albero dei Giusti per don Puglisi
Un Albero dei Giusti nella Valle dei templi di Agrigento per ricordare don Pino Puglisi, il sacerdote di Brancaccio ucciso dalla mafia nel 1993. L’iniziativa, in programma il 3 dicembre alle 12, è organizzata dall’Accademia di studi mediterranei di Agrigento, in collaborazione con il Parco Valle dei templi.
Resistenza alla mafia
ribellione morale della società civile e ruolo delle istituzioni
Possiamo definire mafia un potere alternativo allo
Stato per il controllo - delinquenziale - sul
territorio. La mafia occupa il vuoto lasciato dallo Stato, e glielo
contende - anche con le stragi - quando le istituzioni tentano di colmarlo. Un approccio innovativo nell'analisi del fenomeno mafioso, utile nel determinare le condizioni per contrastarlo, parte dalla comparazione tra dominio delle cosche e Stato totalitario, nelle
forme e nei risultati del controllo sulla società, che risulta assoluto in entrambi i casi, in particolare nel diffondere il terrore, nel creare le élites criminali, nel colpire i "dissenzienti", nell'isolare le persone, nel rompere i legami di sangue, nel perpetrare la rassegnazione e la sottomissione, nel negazionismo.
Come per fermare un genocidio o incrinare la forza di un
regime totalitario occorre un intervento forte, sia per via statale che con la società civile, così per disinnescare la potenza della mafia
occorre la sinergia tra lo
Stato democratico e i cittadini, con la creazione di un polo di
attrazione alternativo, che solo l’iniziativa dei singoli può esercitare. Occorre la
differenza contagiosa dell’esempio edificante, il coraggio civile dei Giusti che scuota le coscienze, come è avvenuto negli anni ’80 e ‘90 con i giudici Falcone e Borsellino ...
I Giusti sono la spina nel fianco del potere mafioso: raccontare le loro
storie ... è un potente mezzo di lotta alle cosche, perchè mostra alle nuove generazioni una via d'uscita ... Per questo diventa importante l’idea innovativa dei Giardini dei Giusti contro la mafia: giardini per i giovani, ma anche per
scuotere la coscienza degli adulti.