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Don Ciotti alla Casa della Legalità

a Miano per il Festival dei beni confiscati alle mafie

Nando Dalla Chiesa e don Luigi Ciotti

Nando Dalla Chiesa e don Luigi Ciotti

“Per colpire la mafia dobbiamo andare a cercare i suoi investimenti. Proprio come diceva Dalla Chiesa”. È con il ricordo delle parole pronunciate durante un’intervista con Giorgio Bocca dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa che Don Luigi Ciotti apre a Milano il suo intervento in occasione della terza edizione del Festival dei beni confiscati alle mafie. Il fondatore di Libera non nasconde il suo entusiasmo di parlare proprio in un bene confiscato nel capoluogo milanese, “nel cuore della città, il luogo ideale per far nascere spazi di incontro pensati per far confluire, e non disperdere, le persone”.

Il luogo di cui don Ciotti parla è la Casa della Legalità, in via Curtatone 12 - stabile confiscato alla mafia anni fa, che attualmente ospita la sede della onlus Suoni Sonori, impegnata nel recupero dei giovani attraverso la musica e le arti. Lo spazio è stato ufficialmente inaugurato oggi, alla presenza di Nando Dalla Chiesa e dell’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, che si è detto orgoglioso della creazione di “un presidio permanente nel cuore della città, dove i cittadini potranno confrontarsi e discutere di lotta alla mafia durante tutto l’anno, non solo durante i giorni del Festival”.

Un luogo simbolo degli altri 138 edifici della Milano che guarda all’Expo sottratti alla criminalità organizzata - acquistati ad esempio con i soldi provenienti da droga, prostituzione e altri reati - e restituiti alla popolazione tramite un bando.
Si parla poi di circa un migliaio di beni confiscati in Lombardia ancora in attesa di essere sbloccati per l’operazione di affidamento alla cittadinanza.
Le leggi che regolano la materia ci sono, ma le procedure sono spesso molto lunghe.

“Se si facilitassero le norme - ha infatti ribadito Don Ciotti - si potrebbe ridurre la tempistica necessaria per ogni pratica, arrivando alla confisca di circa 55mila beni. Che si tradurrebbero in altrettante occasioni per dare lavoro, aiutare i giovani e rispondere all’esigenza abitativa in questo momento di crisi. Solo così si rafforzerebbero le ‘tre gambe’ della democrazia, che sono giustizia, dignità e responsabilità”.

Il fondatore di Libera ha concluso l’incontro sottolineando l’importanza del lavoro svolto dal capoluogo lombardo nella lotta alle mafie, augurandosi che “così come a Roma Libera ha ottenuto una sede, dedicata a Saveria Antiochia, nel centro della città, sarebbe altrettanto bello averne una anche a Milano”.

7 novembre 2014

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