Il Giardino dei Giusti di Milano ha cinque nuovi alberi, dedicati ad altrettanti testimoni inascoltati del Novecento: Romeo Dallaire, Sophie Scholl, Jan Karsi, Aleksandr Solženicyn, Armin Wegner.
Nando Dalla Chiesa dalle pagine di Libera Informazione, l'osservatorio sull'informazione per la legalità e contro le mafie, lancia un'idea: "La mia proposta è che in questa Foresta dei Giusti trovino posto sin dal prossimo anno anche coloro che si sono battuti contro la ferocia totalitaria delle organizzazioni mafiose. Il fatto che questa ferocia si sia sviluppata all’interno di una democrazia non rende meno grande il coraggio o la dignità di chi le si è saputo opporre. Di chi ha trovato in sé le risorse morali (la bontà insensata...) per resistere alle pressioni a conformarsi provenienti non da gerarchi ubriachi di violenza ma dai legittimi rappresentanti di un potere democratico, non da turbe violente ma da opinioni pubbliche composte ed educate. Forse perfino più ardui diventano infatti in questi casi, per chi è chiamato a scegliere, gli interrogativi su dove stiano il giusto e l’ingiusto. Più ardua la certezza di rappresentare davvero la “parte migliore” e non quella della petulanza moralistica o dell’integralismo etico incapaci di tollerare l’umana propensione ai compromessi.
Per questo credo che il movimento antimafia debba vedere nella Foresta dei Giusti il luogo dove trovino onore anche i “suoi” caduti. Mai veramente perfetti, a volte nemmeno coerenti in tutta la vita, ma capaci - questo sì - di non tirarsi indietro, di non voltarsi dall’altra parte quando la Storia glielo ha chiesto. Esseri umani tra esseri umani, perché – appunto - l’essere Giusti non è precluso a nessuno. Entrare in quella foresta sarebbe un modo per affermare solennemente che la lotta contro il crimine organizzato sta di diritto tra le grandi lotte compiute dall’umanità contro il Male. E che l’antimafia fa parte della storia del Bene.