Di famiglia conosciuta per i sentimenti antifascisti - due suoi fratelli, Aldo e Gerardo, furono uccisi dal regime -, don Girolamo Tagliaferro durante la guerra operò in difesa dei più deboli, assistette partigiani, prigionieri alleati, ebrei e ricercati politici.
Don Tagliaferro agì coraggiosamente dalla parte della Resistenza: raccolse indumenti, viveri e medicinali da inviare ai partigiani in montagna e profuse grande impegno per la salvezza degli ebrei che si trovavano a Schio (Vicenza) e nel territorio circostante.
Accolse 45 ebrei provenienti da Ferrara, Trieste e dalla Jugoslavia.
Tra di loro, c'erano le sorelle Ada, Bice e Lidia Morpurgo. Il sacerdote le accolse benevolmente, ospitandole all'Istituto del Sacro Cuore. Le suore insieme all'arciprete Tagliaferro, nei due anni di permanenza delle sorelle, le assistettero con devozione e amicizia.
Don Girolamo Tagliaferro soccorse anche le famiglie Eppinger e Bruckner, alloggiandole nelle Istituzioni di Schio e dintorni. Procurò loro i documenti di identità falsi che avrebbero consentito loro di raggiungere la Svizzera.
A lui devono la salvezza anche Carlo Fölkel e la zia Enrica Steif.
Per queste sue azioni, fu perseguitato dai fascisti e isolato dai superiori.
Le parole di Lidia e Bice Morpurgo: "Nutriamo una grande gratitudine per quel nobile sacerdote, anche perché mai ci fece alcuna pressione per convertirci alla sua fede. Sarebbe stato ucciso anche lui come i suoi fratelli se la guerra si fosse prolungata ancora".
Segnalato da Ugo De Grandis