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Don Paolo Liggeri (1911 - 1996)

si adoperò per la costruzione del centro di assistenza sociale “La Casa”, salvando perseguitati politici ed ebrei

Don Paolo Liggeri, nato nel 1911 ad Augusta, in provincia di Siracusa, lasciò presto la terra natale, perché ordinato sacerdote a Milano nel gennaio 1935, dove rimase fino alla morte.

Durante gli anni della Seconda guerra mondiale, Milano era al centro di retate nazifasciste contro ebrei e dissidenti politici e, dal settembre 1943, venne anche bombardata. Non solo i perseguitati, ma l’intera cittadinanza subiva le conseguenze della guerra.

Gli sfollati aumentavano e don Paolo Liggeri era intenzionato ad aiutare concretamente tutti coloro che erano in difficoltà. Per questo motivo, dopo i bombardamenti si adoperò per la costruzione di un centro di accoglienza. Così, nacque “La Casa”: un centro di assistenza sociale situato in via Mercalli, nel centro di Milano, aperto ad accogliere i più bisognosi. Divenne presto il punto di riferimento e un luogo di ospitalità non solo per chi aveva perso la propria casa durante i bombardamenti, ma per tutti i perseguitati politici e razziali. Inoltre, è stato confermato che, in collegamento con Radio Vaticana, “La Casa” abbia svolto un ruolo fondamentale nel tenere viva la comunicazione tra i perseguitati e le famiglie: è stato stimato che abbia registrato e inoltrato oltre centosettantamila messaggi a familiari di militari prigionieri o dispersi.

Durante questi anni, Don Paolo Liggeri offrì personalmente rifugio a sfollati e ai giovani renitenti alla leva repubblichina e organizzò clandestinamente la fuga e l’espatrio di molti ebrei ed antifascisti. Per queste azioni, venne arrestato dai fascisti il 24 marzo 1944 con l’accusa di aver fornito aiuto agli ebrei e ai fuoriusciti dall’esercito, proteggendoli. Dapprima condotto al carcere di San Vittore, a Milano, dove venivano rinchiusi molti perseguitati, poco dopo venne deportato nel campo di concentramento di Fossoli, in Emilia Romagna. Durante gli anni successivi venne trasferito diverse volte fino alla sua liberazione, il 29 aprile 1945, dal lager di Dachau, in Germania.

L’operato di Don Paolo Liggeri per la comunità continuò anche dopo la guerra e durò fino alla sua morte. Dopo la liberazione raccolse la propria esperienza della deportazione e nei lager nel libro “Il triangolo rosso”, edito da La Casa nel 1946, e successivamente riprese l’attività presso “La Casa” che nel 1948 divenne il primo Consultorio familiare prematrimoniale e matrimoniale in Italia, accreditato alla fine degli anni ’70 dalla Regione Lombardia.

Morì a Milano il 3 settembre 1996.

Segnalato da Anna Borghese

Don Paolo Liggeri è stato onorato come “Giusto segnalato dalla società civile” nella cerimonia del 2023.

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