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Elsa Poianella Bellio (1917 - 2017)

ha nascosto i Falk, ebrei fiumani, formando con loro un'unica grande famiglia

Storia segnalata da Liliana Picciotto

Orfana di padre ed educata dalla madre Giuditta Drigo, molto religiosa ed energica, Elsa Poianella sposa nel 1941 Gino Bellio e con lui resta a abitare nella casa di famiglia a Portogruaro. Nel maggio del 1944, d'accordo con il marito e la madre, decide di dare ospitalità a una famiglia proveniente da Fiume, i Falk: il padre Giacomo, medico primario dell'ospedale di Fiume, la moglie Giselda Reich e due figli, Renata e Federico, fuggiti precipitosamente dalla loro città in aprile dopo aver assistito all'arresto di alcuni amici da parte dei tedeschi.

I Falk hanno inizialmente cercato rifugio presso un amico, residente in un paese vicino a Portogruaro, che però ha consigliato loro di andare altrove, perché la zona è troppo pericolosa. Prendono temporaneamente alloggio nell'albergo Pilsen, vicino alla casa dei Drigo Poianella e dopo alcuni giorni chiedono a Elsa di avere una stanza in affitto. Elsa, il marito e la madre accettano, senza sapere che i Falk sono ebrei, e confermano la scelta anche dopo aver appreso la loro identità. Intanto in città si intensificano i controlli da parte dei nazisti, che hanno occupato Portogruaro dopo l'8 settembre 1943.

I padroni di casa assicurano ai Falk cibo, riscaldamento e tutto ciò di cui hanno bisogno e allestiscono un rifugio segreto, in un sottoscala, dove gli ospiti devono nascondersi quando arriva un estraneo. Con loro si nasconde anche il fratello di Elsa, Luigi, che ha disertato dopo l'8 settembre 1943 e deve evitare le retate. All'inizio del 1945 diventa sempre più pericoloso ospitare i Falk, perché il comandante fascista Salvi, arrivato a Portogruaro da Fiume, è alla ricerca della famiglia ebrea in fuga e interroga più volte sia Giuditta sia Elsa, che negano di avere ospiti e dicono che i Falk sono già partiti. 

Quando i controlli  di polizia si fanno più stretti, ai Falk viene proposto di trasferirsi in un casone di caccia in campagna, dove però le condizioni sono dure (mancano acqua, luce, riscaldamento) e i Falk vengono riportati nella casa in città, dove restano nascosti fino alla Liberazione, potendo muoversi solo di notte e solo in casa. 

"Ci affezionammo a loro, e loro a noi. I Falk mangiavano a tavola con noi e diventammo un'unica grande famiglia", ha detto Elsa Poianella intervistata nel 2008 da Liliana Picciotto.

Elsa Poianella Bellio, la madre Giuditta Drigo Poianella e il marito Gino Bellio sono stati riconosciuti come Giusti tra le nazioni dall'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme nel 1998.

Nel 2008 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito a Elsa Poianella Bellio la medaglia d'oro per la benemerenza civile.


Bibliografia

Picciotto L., Salvarsi. Gli ebrei d'Italia sfuggiti alla Shoah. 1943-1945, Einaudi, Torino 2017. 

Picciotto L. (a cura di), I giusti d'Italia. I non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-1945, Mondadori-Yad Vashem, Milano 2006 (2a ed. Mondadori, Milano 2007).

Segnalata da Liliana Picciotto, storica della Shoah, responsabile di ricerca presso la Fondazione CDEC

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