Giuditta nacque a Venezia il 16 luglio 1938 da una coppia polacco-tedesca, Anna e Micha Grosswirth, che si separò poi negli anni successivi.
Dopo l'ordine di arresto e internamento degli ebrei stranieri, emanato dal Ministero dell'Interno italiano nel 1940, Giuditta, la madre Anna e la nonna, Lea Elertt, furono costrette a trasferirsi prima a Milano e successivamente a Desio nel tentativo di scampare alla persecuzione.
La situazione precipitò ulteriormente dopo l'8 settembre 1943 e la madre e la nonna di Giuditta vennero arrestate e deportate. Morirono ad Auschwitz.
La piccola riuscì invece a salvarsi grazie all'azione combinata di tre persone che con grande rischio personale la strapparono a un destino segnato. Sono Elvira ed Ernesto Cattaneo e la Madre Superiora Suor Teresa, al secolo Colomba Tamanza.
Durante l'arresto della madre e la nonna di Giuditta nella loro casa di Desio, la bambina stava giocando in cortile con Fiammetta, figlia dei vicini di casa Elvira ed Ernesto Cattaneo.
Questi, con grande prontezza, finsero che Giuditta fosse figlia loro, riuscendo a non destare sospetti.
Il salvataggio della piccola Giuditta, divenuta poi Yehudith Kleinman, instancabile testimone della Memoria negli anni a venire, non si fermò qui. La bambina venne accolta e nascosta nel convento delle “Ancelle della Carità”, la cui Madre Superiora, Suor Teresa, fece di tutto per proteggerla, subendo anche un duro interrogatorio da parte di gendarmi che sospettavano la presenza di bambine ebree nel convento.
Giuditta fu anche una dei circa 800 bambini accolti a Sciesopoli (Selvino, BG), la colonia fondata dai fascisti per crescere i giovani Balilla e che dopo la guerra divenne un luogo di cura dove piccoli orfani dell'Olocausto, raccolti in tutta Europa dalla Brigata Ebraica, poterono ricominciare a vivere, prima di intraprendere il loro viaggio verso la Palestina.
Yehudith e Fiammetta, la figlia dei Catteneo, si rivedranno già anziane molti anni più tardi.
La vicenda è raccontata nell'autobiografia di Yehudith Kleinman La bambina dietro gli occhi. Storia di una ragazzina che resiste alla Shoah (Panozzo Editore).
Segnalata da Roberta Miotto, vice Presidente Associazione Senza confini di Seveso, in collaborazione con la
Prof.ssa Rossana Veneziano