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Enrico Sibona (1904 - 1984)

il Maresciallo di Maccagno che salvò gli ebrei

Enrico Sibona nasce a Torino nel 1904 e durante l'occupazione nazifascista è Maresciallo dei Carabinieri. Dal 1939 al 1946 presta servizio come comandante della Stazione dei Carabinieri di Maccagno, sul lago Maggiore, nei pressi del confine con la Svizzera. Durante la sua permanenza in paese si adopera per salvare alcuni ebrei dalla deportazione e morte certa: si tratta di Guido Lopez e Bianca Lopez Nunes.

Il 19 settembre 1943 un gruppo di fascisti arresta Guido Lopez, ebreo milanese diciannovenne, nel tentativo di valicare il confine per trovare salvezza in Svizzera. Viene arrestato, condotto presso la cella della stazione di Maccagno e trattenuto lì. Tuttavia, quando le guardie SS giungono alla stazione per prelevare i prigionieri, Sibona decide di mentire sull'identità del ragazzo dicendo che si tratta di un semplice ladro che avrebbe condotto a Luino per il processo, salvandogli così la vita. 

Bianca Miriam Lopez Nunes, anche lei ebrea sfollata da Milano insieme alla madre Rosa e al fratello minore Sandro, riesce a trovare rifugio presso l’albergo di Maccagno e a trovare un impiego in una azienda del paese. Conscio del suo arrivo e vedendo lo stesso cognome, il Maresciallo Sibona immagina che Bianca Miriam e Guido siano parenti. Decide, così, di avvisarla che avrebbe condotto Guido a Luino. Grazie al Pretore antifascista di questa cittadina, Guido viene assolto dall'accusa, che in realtà era di espatrio clandestino, e il 25 settembre 1943 trova la salvezza in Svizzera. 

Pochi giorni dopo, il 30 settembre, Sibona riceve l'ordine di arrestare tutti gli ebrei sfollati di Maccagno. Tuttavia, egli decide nuovamente di obbedire alla propria coscienza anziché a leggi ingiuste e criminali e mente ai propri superiori sulla famiglia di  Bianca Miriam, dicendo che aveva già lasciato il paese, dando così loro il tempo di fuggire. Bianca, la madre e il fratellino si muovono verso Novara per ricevere poi protezione nelle valli piemontesi controllate dai partigiani. 

Sibona paga però a caro prezzo la scelta di aiutare la famiglia Lopez Nunes: a seguito di una delazione, i repubblichini aprono una inchiesta. La versione dei colleghi di Bianca, che erano all’albergo, è in conflitto con quella del manager dell’albergo: egli afferma viceversa di aver visto la luce nelle loro camere successivamente all’arrivo del Maresciallo. Alcune settimane dopo Enrico Sibona viene arrestato con l’accusa di aver favorito la fuga di ebrei. Viene deportato e spostato in diversi campi di concentramento, dai quali fa ritorno in pessimo stato di salute.

Bianca Lopez Nunes incontra Sibona dopo la guerra per ringraziarlo dell' aiuto ed egli le confida di non essersi affatto pentito: “dopo ciò che ho visto in Germania, ringrazio Dio che non vi abbiano arrestato. Io sono tornato, sebbene malconcio, ma voi non sareste ritornati affatto”.

Enrico Sibona è morto nel 1984 e il 4 ottobre 1992 è stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni da Yad Vashem a Gerusalemme.


Bibliografia

Gutman, Israel, Rivlin Bracha, Picciotto Liliana , I Giusti d’Italia. MilanoMondadori, 2006

Yad Vashem. The Righteous Among the Nations Database. https://righteous.yadvashem.or... 

Lopez Guido, Finché c’è carta e inchiostri c’è speranza. libro postumo a cura di Fabio Lopez. MIlano: Mursia, 2018


    Storia segnalata da Fabio Lopez

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