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Ernesto Buonaiuti (1881 - 1946)

Un Giusto vittima delle gerarchie cattoliche e del Fascismo

A Yad Vashem c’è un albero in memoria di un italiano assai singolare, prima prete poi scomunicato, che salvò, nascondendolo a casa sua a Roma, un tredicenne ebreo: Giorgio Castelnuovo. Il rischio che corse era molto grande anche per il fatto che Buonaiuti era stato allontanato dalla Chiesa per le sue idee e dall’insegnamento e per la sua opposizione al Fascismo.

Era stato ordinato sacerdote il 19 dicembre 1903. Durante il periodo degli studi, aveva dimostrato ben presto doti intellettuali fuori dal comune, incorrendo però in sanzioni da parte dei superiori per la troppa libertà dimostrata nell'apprezzare le moderne impostazioni scientifiche delle discipline religiose. Teologo innovatore e studioso di Storia del Cristianesimo, fu uno dei principali esponenti del “modernismo”: movimento di rinnovamento interno al cattolicesimo che intendeva adattare la religione cattolica a "tutte le conquiste dell'epoca moderna nel dominio della cultura e del progresso sociale". Bonaiuti fu brillante oratore e profondo pensatore indipendente: la sua rilettura del Protestantesimo, con la sottolineatura di una superiore etica civile, era pericolosamente vicina alle teorie del sociologo e filosofo tedesco Max Weber (L'etica protestante e l'origine del capitalismo, 1904-1905). Ma nel suo studio Lutero (1926, 1945,1958), lo scisma di Martin Lutero viene interpretato come espressione dell'individualismo della cultura dell'Europa nel Nord che non aveva assimilato i valori della vita sociale propria del bacino Mediterraneo. Nel capitolo aggiunto all'edizione del 1945, Buonaiuti indica nel Nazionalsocialismo l'ultima e più drammatica conseguenza dello scisma luterano.

A una prima scomunica (nel 1921) seguì una difficile e faticosa riconciliazione, ma poi una seconda e definitiva scomunica (nel 1926): venne dimesso dallo stato clericale dalla Chiesa cattolica; esonerato dalle attività didattiche, in base ai Patti Lateranensi tra Chiesa e Regno d'Italia, e poi privato, nel 1931, della cattedra universitaria per essersi rifiutato, con pochi altri docenti (appena 12), di giurare fedeltà al regime. Notevole fu da quel momento la sua attività cospirativa, da laico, contro il Fascismo. Venne assegnato a compiti extra-accademici, come direttore dell'Edizione Nazionale delle Opere del filosofo eretico dell’Apocalisse Gioacchino da Fiore (1130-1202). Nel marzo del 1945 Bonaiuti fondò un quotidiano, "il Risveglio", che riuscì a vendere 10.000 copie, assai malvisto dalle gerarchie ecclesiastiche. Il divieto di insegnare però rimase (per le forti pressioni del Vaticano sui Ministri dell'Istruzione). Padre Agostino Gemelli, fondatore dell'Università Cattolica, riferì al giurista Arturo Carlo Jemolo che, il 20 aprile 1946, nell'apprender la notizia della morte di Bonaiuti, Papa Pio XII disse: "Possa Dio essere più misericordioso di quello che a Noi non è consentito di essere”.

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