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Jan Zabinski (1897 - 1974)

Il direttore dello zoo di Varsavia che salvò numerosi ebrei

Nel 1939, l’invasione tedesca della Polonia e lo scoppio della Seconda guerra mondiale colpirono anche lo Zoo della città di Varsavia, uno dei più grandi di tutta Europa, che ospitava innumerevoli specie di animali. I bombardamenti distrussero parte delle strutture e uccisero diversi esemplari.
A capo dello Zoo vi erano i coniugi Jan e Antonina Żabiński.

Jan Żabiński, zoologo e zootecnico, era anche sovrintendente dei parchi cittadini. Fu proprio utilizzando questa carica che, quando fu istituito il Ghetto di Varsavia, riuscì a ottenere il permesso di entrare nel Jüdischer Wohnbezirk con il pretesto di occuparsi della flora e degli alberi del piccolo giardino pubblico in esso ospitato. Una volta varcato l’ingresso del Ghetto, invece, Jan (che faceva parte della resistenza polacca) si recava dai suoi conoscenti ebrei, amici o fornitori, dando loro cibo, notizie o anche aiutandoli a fuggire.
Durante questi viaggi dentro e fuori dal Ghetto, Jan riuscì anche a contrabbandare armi, costruire bombe e persino ad avvelenare la carne destinata ai nazisti.

Aiutato dalla moglie Antonina, musicista appassionata d’arte, Jan utilizzò la scusa di riconvertire lo zoo in un allevamento di bovini per salvare vite umane.
Diverse centinaia di cittadini ebrei, amici della coppia o perfetti sconosciuti, trovarono infatti rifugio nelle gallerie sotterranee dello zoo e nella casa dei coniugi Żabiński.
Tra il 1942 e il 1944, nella loro abitazione furono ospitati, tra gli altri, l’avvocato Levi (Krzyżanowski), la moglie e le loro due figlie; Pavel Frenkel (Żeliński) e la moglie; la scultrice Magdalena Gross e quattro membri della famiglia Kenigswein-Sobol.
Operando nella resistenza, Jan forniva anche documenti falsi agli ebrei che parlavano tedesco e sembravano ariani, trovando loro rifugio in luoghi lontani dove sottrarsi ai rastrellamenti tedeschi.
In questo modo, Jan e Antonina riuscirono a salvare dalla fame nel ghetto di Varsavia e dalla deportazione nei campi di concentramento ben 300 persone.

Jan partecipò alla rivolta di Varsavia dell'agosto 1944. Dopo la liquidazione del Ghetto, fu catturato dai tedeschi e inviato come prigioniero in Germania. Antonina, insieme al figlio Ryszard, proseguì nel salvataggio dei perseguitati.
Jan Żabiński riuscì a sopravvivere alla prigionia e a tornare dai suoi cari.
Dopo la guerra, divenne membro della Commissione statale per la preservazione della natura, scrivendo circa 60 libri scientifici e ritornando a dirigere lo zoo fino al marzo del 1951.

Il 21 settembre 1965, lo Yad Vashem di Gerusalemme ha riconosciuto i coniugi Żabiński Giusti tra le Nazioni.

“Non appartengo a nessun partito -ha scritto lo stesso Jan nella sua testimonianza- e nessun programma di partito mi fece da guida durante l’occupazione. Sono un polacco, un democratico. Le mie azioni furono e sono frutto di una educazione progressista-umanistica che ho ricevuto a casa così come alla Kreczmar High School. Molte volte ho voluto analizzare le cause del disprezzo per gli ebrei, ma non sono riuscito a trovarne nessuna, a parte quelle costruite ad arte”.

Libri
- Diane Ackerman, Gli ebrei dello Zoo di Varsavia

Film
- La signora dello Zoo di Varsavia, 2017, regia di Niki Caro

Giardini che onorano Jan Zabinski

Jan Żabiński è onorato nel Giardino di Varsavia.

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